Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/3198
Authors: Anzidei, M.* 
Benini, A.* 
Lambeck, K.* 
Esposito, A.* 
Surace, L.* 
Editors: De Maria, Lorenza 
Turchetti, Rita 
Title: Siti archeologici costieri di età romana come indicatori delle variazioni del livello del mare: un'applicazione al mare Tirreno (Italia centrale)
Issue Date: 30-Oct-2004
ISBN: 88-498-1114-1
Keywords: livello del mare
archeologia
geofisica
Subject Classification03. Hydrosphere::03.03. Physical::03.03.01. Air/water/earth interactions 
Abstract: Questo studio nasce da una ricerca iniziata dapprima dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia poi proseguita in un progetto multidisciplinare finanziato dal Centro Nazionale delle Ricerche, L'obiettivo è stato di tentare una ricostruzione delle deformazioni verticali della crosta terrestre e delle oscillazioni eustatiche del livello del mare avvenute durante il tardo Olocene (2000/3000 anni B.P.), mediante indagini multidisciplinari scientifico-umanistiche su siti archeologici posti lungo le coste del Mediterraneo. E’ noto che gli antichi livelli del mare siano rappresentati su gran parte delle coste della Terra da elementi geomorfologici relativi alle sue fasi di stazionamento durante i periodi interglaciali . Le linee di costa pleistoceniche sono spesso dislocate a varie quote e in modo differenziale, fornendo quindi indicazioni sull’eustatismo e sulla attività tettonica . In Italia ciò è evidente lungo tutte le coste e in particolare in Calabria meridionale, zona tra le più sismiche del Mediterraneo. Nel breve termine dalle strutture archeologiche osservabili è possibile desumere sia l’antico livello medio del mare che le deformazioni verticali subite dalla crosta terrestre nelle aree indagate. I primi tentativi di questi studi vennero proposti a partire dagli anni ’70, in aree archeologiche costiere prevalentemente di epoca romana, alle quali venne riconosciuto un ruolo fondamentale per la valutazione della risalita del mare nel tardo Olocene discostandosi anche di alcuni metri dall’attuale livello medio del Mediterraneo. Questo studio è stato perseguito utilizzando metodi multidisciplinari integrando le osservazioni altimetriche desunte dai rilievi archeologici con quelle delle Scienze della Terra che caratterizzano l’ambiente dove risiede l’area archeologica indagata. I dati archeologici sono stati compenetrati con dati geofisici, geodetici, mareografici, geologici e geomorfologici di nuova realizzazione .
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