Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/12897
Authors: Megna, Antonella* 
Cimini, Giovanni Battista* 
Marchetti, Alessandro* 
Santini, Stefano* 
Pagliuca, Nicola Mauro* 
Title: Sismicità strumentale del Montefeltro nell’Appennino nord-orientale
Issue Date: Nov-2019
Keywords: Montefeltro
Appennino nord-orientale
Sismicità strumentale
Subject Classification04.06. Seismology 
Abstract: In questo lavoro è stata analizzata la sismicità del Montefeltro e zone limitrofe, un’area che si trova tra la provincia di Forlì e quella di Pesaro-Urbino e che si estende dalla catena appenninica settentrionale verso la costa adriatica fino ai confini di San Marino. Attualmente la regione che include il Montefeltro non è adeguatamente monitorata, ciò comporta dei limiti se si intende analizzare in dettaglio la sismicità di fondo. Per integrare localmente la copertura della rete sismica RSN (Rete Sismica Nazionale), da dicembre 2018 si è provveduto ad installare una rete sismica temporanea con stazioni mobili ad alta dinamica. Al momento la rete temporanea consta di tre stazioni ed in futuro sarà integrata con l’installazione di altre due stazioni in siti già individuati. Il database è stato estrapolato dai dati della rete sismica RSN (Rete Sismica Nazionale) per il periodo gennaio 2005 - settembre 2019 ed integrato con quelli della rete temporanea che è in fase di realizzazione. L’analisi della sismicità mostra una sporadica e piuttosto diffusa sismicità di fondo con magnitudo medio-bassa che interessa tutto lo spessore crostale e parte del mantello superiore, marcata da sequenze sismiche fortemente clusterizzate nel tempo e nello spazio. Le più importanti sequenze sismiche, avvenute nel settembre-ottobre 2005 (M=3.2) vicino a Macerata Feltria e in agosto-settembre 2006 (M=3.7) vicino a Casteldelci, mostrano un articolato andamento spazio-temporale, presenza di sotto-sequenze e di una distribuzione ipocentrale che si estende fino a 25 km di profondità, complessivamente compatibile con quello di sciami sismici piuttosto profondi. L’analisi ha evidenziato anche la presenza di sequenze di minore intensità e durata (bursts), gennaio 2011 (M 2.2, 15 eventi), settembre 2012 (M 2.8, 6 eventi) e giugno 2015 (M 2.3, 10 eventi), con una distribuzione ipocentrale piuttosto superficiale. L’osservazione di questi bursts rafforza l’evidenza di una sismicità fortemente clusterizzata. Un’altra caratteristica importante dell’andamento della sismicità è rappresentato dal verificarsi di eventi profondi con ipocentri a non meno di 50 km, che interessano la costa inferiore e il mantello superiore. Infine i meccanismi focali calcolati per gli eventi di magnitudo più alta sono di tipo strike-slip, simile a quelli determinati da altri precedenti lavori nella stessa area.
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