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  5. Monitoraggio di Sismicità Antropogenica
 
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Monitoraggio di Sismicità Antropogenica

Author(s)
Braun, Thomas  
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Roma1, Roma, Italia  
Danesi, Stefania  
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Bologna, Bologna, Italia  
Morelli, Andrea  
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Bologna, Bologna, Italia  
Cesca, Simone  
GFZ German Research Centre for Geosciences, Potsdam, Germany  
Type
Conference paper
Language
English
Obiettivo Specifico
1IT. Reti di monitoraggio
Status
Published
Journal
Atti 37. Convegno G.N.G.T.S.  
Date Issued
November 2018
Conference Location
Bologna/Italy
URI
https://www.earth-prints.org/handle/2122/12289
Subjects

monitoraggio sismico

sismicità antropogeni...

Abstract
In Italia, la discussione sulla sismicità antropogenica è iniziata nel 2012, a seguito del terremoto M=6
in Emilia-Romagna. La vicinanza dell’epicentro ai siti di produzione di idrocarburi (per esempio, la
concessione di estrazione di olio Mirandola-Cavone) sollevava la questione se le perturbazioni di stress
indotte dall’attività di sfruttamento avrebbero potuto innescare tali eventi. Come prima conseguenza il
governo incaricò una commissione internazionale – chiamata ICHESE (International Commission on
Hydrocarbon Exploration and SEismicity) – con il compito di esprimere un parere su tale questione.
ICHESE concludeva che le variazioni di stress introdotte dall’attività industriale non erano
probabilmente sufficienti per indurre sismicità, ma che non poteva essere escluso con certezza che le
attività umane avessero innescato gli eventi (Astiz et al., 2014).
Nel 2014, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell’Ambiente) pubblicò un
rapporto su casi documentati e ipotizzati di sismicità indotta e/o innescata in Italia (Fig. 1). Basato su
tale rapporto - e su richiesta del DGS-UNMIG - il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE)
nominò un gruppo di esperti nazionali, che redassero nel 2014 gli “Indirizzi e le Linee Guida” (ILG).
Le ILG regolano attraverso l’applicazione di un “sistema a semaforo” le modalità di monitoraggio delle
pressioni di poro, della sismicità e della deformazione del sottosuolo per le attività di produzione di
idrocarburi, della reiniezione delle acque di strato e dello stoccaggio dell’anidride carbonica.
Gli ILG vengono applicati durante una fase biennale di sperimentazione in quattro aree test:
(i) Casaglia (Emilia-Romagna) per produzione di energia geotermica a bassa entalpia,
(ii) Minerbio (Emilia-Romagna,) per stoccaggio di gas,
(iii) Cavone (Emilia-Romagna) per esplorazione di idrocarburi e reiniezione di acque reflue,
(iv) Val d’Agri (Basilicata) per esplorazione di idrocarburi e reiniezione di acque di strato.
L’INGV è stato incaricato di applicare le ILG alle concessioni delle aree di sperimentazione (ii-iv) e
di esprimere un parere di validazione finale delle linee guida. Basato su esperienze recentemente
maturate nell’area geotermica di Torre Alfina/Castel Giorgio, dove nel 2016 - mesi prima dell’inizio
della produzione geotermica - si verificò un terremoto di ML=4.1, alcuni primi commenti critici relativi
agli ILG possono già essere abbozzati:
- Le aziende con nuove concessioni sono obbligate a realizzare un sistema di monitoraggio almeno un
anno prima dell’inizio delle attività (periodo “bianco”), una regola che evidentemente non può
valere per compagnie che hanno iniziato la produzione da decenni.
- Con la prossima apertura del mercato per la produzione di energia geotermica molteplici concessioni
saranno situate in vicinanza delle aree tradizionali sfruttate dall’ENEL, non escludendo che operatori
differenti sfrutteranno lo stesso serbatoio geotermico. Qui si pone la domanda se l’obbligo dei nuovi
operatori di dover stabilire il “bianco” sia significativo se l’area di produzione è già attiva da
decenni.
- Il regolamento degli ILG non indica eventuali conseguenze industriali relative alla futura
produzione, in caso che la sismicità dovesse superare il livelli del sistema semaforo durante il
periodo del “bianco”.
Le ILG non prescrivono inoltre il metodo per il calcolo della magnitudo. La sismicità osservata
nell’area geotermica di Torre Alfina/Castel Giorgio non dalla rete locale (12 in Fig. 1) dimostra che i
valori della ML non sono compatibili con i valori delle ML stimate dalla rete nazionale. Tali differenze
sono dovute a leggi di attenuazione e fattori di correzioni imprecise, specialmente per distanze
epicentrali locali che possono essere inferiori alla profondità ipocentrale. In questi casi le soglie di ML
fissate negli ILG non sono rappresentative e dovrebbero essere sostituite dai più significativi valori di
PGA e PGV attese.
File(s)
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C201811_GNGTS-2.3P-Braun&3.pdf

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