Options
Di Vito, Mauro Antonio
Loading...
Preferred name
Di Vito, Mauro Antonio
Email
mauro.divito@ingv.it
Staff
staff
ORCID
143 results
Now showing 1 - 10 of 143
- PublicationRestrictedLe tracce antropiche e gli eventi geologici tra 4000 anni dal presente e il 472 d.C. nel territorio tra Nola e Acerra(2011)
; ; ; ;Di Vito, M. A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;De Vita, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Castaldo, N.; Coll. Esterno Soprintendenza per i Beni archeologici di Napoli e Caserta; ; ; ; ; ;Vecchio, G.Castaldo, N.La lunga storia dell’interazione tra uomo e vulcano è dettagliatamente registrata nella stratigrafia della Piana Campana, dove gli studi archeologici e vulcanologici condotti in concomitanza con l’esecuzione di indagini sistematiche o preventive ad opere pubbliche, hanno contribuito a definire il quadro degli insediamenti e delle attività umane tra il Tardo Neolitico e l’epoca storica attorno ai vulcani napoletani. Durante questo periodo di tempo la Piana Campana è stata intensamente frequentata, attraversata da vie di comunicazione di lunga persistenza temporale e soggetta a consistente sfruttamento agricolo. Le eruzioni vulcaniche del Vesuvio e dei Campi Flegrei hanno spesso determinato lunghi intervalli nella frequentazione di queste aree, ma hanno altresì contribuito alla straordinaria fertilità dei suoli, favorendone lo sfruttamento agricolo. L’attività vulcanica del Vesuvio, in particolare, ha fortemente condizionato l’evoluzione delle piane circostanti in un periodo di tempo tanto interessante quanto poco conosciuto, compreso tra le eruzioni pliniane delle Pomici di Avellino e del 472 d.C. La presenza lungo i versanti dei rilievi attorno alle piane vesuviane di grandi quantità di materiale sciolto, depositato rapidamente nel corso delle eruzioni, ha favorito nel tempo il diffuso rimaneggiamento delle piroclastiti e la messa in posto di lahar e flussi iperconcentrati durante ripetuti episodi di alluvionamento delle piane, che ne hanno frequentemente causato l’impaludamento e il seppellimento sotto spesse coltri detritiche. Tuttavia, nonostante la pericolosità connessa con l’attività vulcanica in quest’area, l’uomo ha sempre trovato vantaggioso stabilirvi i suoi insediamenti, probabilmente a causa della grande fertilità del suolo e per le favorevoli condizioni climatiche, ma anche in virtù dei lunghi intervalli di quiescenza tra le varie eruzioni, che generalmente superano il tempo di una vita umana.166 38 - PublicationOpen AccessCaldera dei Campi Flegrei: potenzialità di un SIT per valutazioni di pericolosità vulcanica(2008-10-21)
; ; ; ; ;Bessucci Sessa, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Buononato, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Di Vito, M. A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Vilardo, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia; ; ; La caldera dei Campi Flegrei è un’area vulcanica attiva, attualmente in stato di quiescenza dal 1538 d.C., soggetta ad un elevato rischio vulcanico per la presenza di numerosi centri abitati e per l’immediata vicinanza alla città di Napoli. Le due maggiori eruzioni esplosive dei Campi Flegrei risalgono a circa 39 ka e 15 ka ed hanno prodotto l’Ignimbrite Campana ed il Tufo Giallo Napoletano, i depositi più noti dell’area napoletana, distribuiti su aree vastissime. Al presente, il sistema magmatico risulta essere ancora attivo, come testimoniato dall’eruzione di Monte Nuovo nel 1538, dai recenti episodi bradisismici e dall’attività fumarolica e idrotermale. Al fine di rendere disponibile alla comunità scientifica ed agli enti preposti alla gestione delle emergenze un efficace strumento tecnologico, a supporto delle valutazioni di pericolosità vulcanica, è stato implementato un sistema informativo territoriale strutturato sulla base di un database in cui sono state raccolte e organizzate tutte le informazioni vulcanologiche e territoriali sull’area. In questo lavoro, attingendo al patrimonio informativo disponibile, sono state effettuate analisi di dettaglio finalizzate alla produzione di nuovi tematismi da utilizzare per la definizione degli scenari di evento, attraverso i quali simulare le conseguenze di un evento vulcanico, di caratteristiche prefissate, che si verifichi nell’area dei Campi Flegrei.391 548 - PublicationRestrictedIl Reale Osservatorio Vesuviano e il Parco Nazionale del Vesuvio: l’eccellenza di un’istituzione scientifica per la valorizzazione del territorio.(AMRA S.c.a.r.l., 2015)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; La valorizzazione del territorio passa necessariamente attraverso la possibilità di mettere in luce le eccellenze che lo rendono un patrimonio unico attraverso l'integrazione tra di esse.....123 2 - PublicationOpen AccessComment on: ‘‘The dark nature of Somma-Vesuvius volcano:Evidence from the 3.5 ka BP Avellino eruption’’ by Milia A.Raspini A., Torrente M.M.,(2008)
; ; ; ; ; ; ;Sulpizio, R.; CIRISIVU, c/o Dipartimento Geomineralogico, Bari, Italy ;Cioni, R.; Dipartimento di Scienze della Terra, Cagliari, Italy ;Di Vito, M. A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Santacroce, R.; Dipartimento di Scienze della Terra, Pisa, Italy ;Sbrana, A.; Dipartimento di Scienze della Terra, Pisa, Italy ;Zanchetta, G.; Dipartimento di Scienze della Terra, Pisa, Italy; ; ; ; ; We present here some criticism to the scientific content of the paper of Milia et al. [2007. The dark nature of Somma-Vesuvius volcano: evidence from the 3.5 ka B.P. Avellino eruption. Quaternary International, 173–174, 57–66] published in Quaternary International. Milia et al. (2007) interpreted seismic lines in the Gulf of Naples (southern Italy), and inferred the presence of deposits from a large debris avalanche which occurred just before the Avellino eruption of Somma-Vesuvius volcano. The authors supported their seismic profile interpretation with on-land stratigraphies and logs. However, we present here different on-land data that demonstrate the inconsistency of the occurrence of any debris avalanche before or after the Avellino eruption, and we provide also an alternative interpretation for the observed seismic facies offshore of Somma-Vesuvius.220 276 - PublicationOpen AccessIntroduzione al Compendio delle lezioni Scuola Estiva AIQUA 2013(2013)
; ; ; ; ;Di Vito, M. A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;de Vita, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Romano, T.; Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei ;Zanchetta, G.; Università di Pisa, Dipartimento di Scienze della Terra; ; ; Vivere in un territorio vulcanico, fronteggiare giorno dopo giorno il pericolo che un’eruzione possa, nel volgere di poche ore, distruggere il lavoro di una vita intera e con esso la vita stessa, è una sfida che l’uomo continua ad accettare sin dagli albori della civiltà....265 567 - PublicationOpen AccessGiuseppe Mercalli professore di Scienze Naturali all’Istituto Suor Orsola BenincasaNel 1891 Adelaide del Balzo Pignatelli, principessa di Strongoli, giunse nell’ex convento fondato alla fine del XVI sec. da suor Orsola Benincasa [De Martino, 1995; Trama, 2000], in qualità d’ispettrice onoraria, e nel 1901 ne divenne l'amministratrice unica, con l’incarico di riorganizzare l’insegnamento femminile. Tra le diverse innovazioni che videro all’opera l'impegno pedagogico della principessa, ci fu sicuramente quello di iniziare le donne alla cultura scientifica. Tale progetto educativo diventò realtà grazie anche alla collaborazione, nel 1892, di Giuseppe Mercalli che accettò la proposta della principessa di insegnare Scienze Naturali alle scuole superiori e Fisica al Magistero. La scoperta di un antico carteggio, posseduto al Suor Orsola Benincasa, testimonia sia l’amicizia tra la principessa e Mercalli, sia tutte le curiosità scientifiche della nobildonna napoletana che Mercalli cercava di soddisfare con la puntualità e lo scrupolo che sempre lo hanno contraddistinto, tanto da inviare alla principessa libri e disegni di sezioni geologiche.
157 47 - PublicationOpen AccessFate and Hazards of Medium-Size Resurgent Calderas: the Case of Campi Flegrei, Ischia and Pantelleria Structures(2010-05-31)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Orsi, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Moretti, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Chiodini, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Civetta, L.; Dipartimento di Scienze Fisiche, University of Naples Federico II,Naples/Italy ;Arienzo, I.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;D'Antonio, M.; Dipartimento di Scienze della Terra University of Naples Federico II Naples/Italy ;De Vita, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Di Vito, M. A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Marotta, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia; ; ; ; ; ; ; ; Assessment of time and space relationships among magmatism, volcanism, and resurgence of mediumsize calderas is a necessary tool to formulate a general model for their dynamics which also permits to forecast their evolution. To define a general hypothesis for the Campi Flegrei caldera, in a persistent state of unrest, the Ischia and Pantelleria medium-size resurgent structures, in variable stages of evolution, have also been investigated. In particular some parameters such as the structural and volcanological evolution, with emphasis on resurgence dynamics and coeval volcanism, and the evolution, present state and role of the magmatic system in resurgence, have been defined. For the Campi Flegrei caldera, the data collected during unrest episodes have also been taken into account, together with those from past eruptions. They corroborate the hypothesis that the unrest episodes are transient short-term events within the long-term deformation related to caldera resurgence. The geometry of the short-term deformation is strictly related to the structural setting of the caldera. The sub-surface processes have been dominated by joint degassing of two magmatic bodies, at 3-4 and 8 (or more) km depth, with the shallower formed by magma ascending from the deeper body. Both bodies contribute to the hydrothermal system, but the shallow magma is fluxed by the continuous upstream of CO2-richer gas released by the deep body. The two-layer degassing magma allows explaining geochemical and petrological features of unrest and volcanism. The joined interpretation of geological, geodetic, and geochemical data on the three calderas is an innovative approach that adds a time-perspective on how resurgent calderas behave. The proposed general hypothesis will help in long- and short-term volcanic hazards assessment and will support Civil Defence Authorities in elaborating actions devoted to volcanic risk reduction.224 157 - PublicationRestrictedA comparison of surface and underground array measurements of ambient noise recorded in Naples (Italy).(2014-07)
; ; ; ; ; ;Maresca, R.; Università del Sannio ;Damiano, N. ;Nardone, L.; Università del Sannio ;Di Vito, M. A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Bianco, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia; ;; ; Abstract In this study, we describe two experiments of seismic noise measurements carried out in Naples, Italy. The site allowed measurements to be obtained both at the surface and in a tunnel that is 120-m-deep. The main goal was to compare the seismic response evaluated at the surface to the in-tunnel response, through spectral, polarization, and resonance directivity analyses. In the 1 to 20 Hz frequency band, the noise level was up to 15 dB higher at the surface than in the tunnel. The polarization properties and horizontal-to-vertical spectral ratios appear not to be influenced by the tunnel geometry or by the topography. Some preferential alignments were observed in the polarization azimuths computed at the surface, which are likely to be due to local sources, rather than morphological features. The absence of directivity effects and the low noise levels in the tunnel make this site suitable for installing seismic stations. We also studied how the subsoil structure affects the seismic motion at the surface. The dispersive properties of the Rayleigh waves were investigated using the spatial autocorrelation method. A joint inversion of the dispersion data and the horizontal-to-vertical spectral ratios provided the subsurface Vs profile. The derived model has a low velocity contrast at depth, such as to generate moderate and broad H/V spectral ratio peak amplitude. The normalized spectral ratio appears more appropriate to identify the soil-resonance frequencies.541 28 - PublicationRestrictedThe restless, resurgent Campi Flegrei nested caldera (Italy): constraints on its evolution and configuration(1996)
; ; ; ;Orsi, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;de Vita, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Di Vito, M. A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia; ; We have collected new stratigraphic data in the campi flegrei caldera through surface geological mapping and study of cores drilled of various depths...137 20 - PublicationRestrictedWechselwirkung zwischen Vulkantätigkeit und Siedlungs Siedlungsdynamik(2011)
; ; ; ;Castaldo, N.; Coll. Esterno Soprintendenza per i Beni archeologici di Napoli e Caserta ;Di Vito, M. A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;De Vita, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia; ; ; ; ; ;Meller, H.Dickmann, J. A.Die bisherigen archäologischen und vulkanologischen Untersuchungen imGebiet von Neapel haben deutlich gemacht, wie stark die Ausbrüche des Somma-Vesuv und der Caldera der Phlegräischen Felder die Entwicklung bzw. den Niedergang menschlicher Besiedlung in diesem Gebiet bereits seit vorgeschichtlicher Zeit beeinflussten. Die lange Geschichte der Wechselwirkung zwischen Mensch und Vulkan spiegelt sich detailliert in der Stratigrafie der kampanischen Ebene wider. Dort haben Studien im Rahmen von systematischen Erkundungen oder im Vorfeld von Bauvorhaben dazu beigetragen, ein Bild der menschlichen Siedlungen und Aktivitäten zwischen Spätneolithikum und historischer Zeit im Umfeld der neapolitanischen Vulkane zu zeichnen1. In diesem Zeitabschnitt war die kampanische Ebene stark frequentiert, von langfristig bestehenden Verbindungswegen durchzogen und einer intensiven landwirtschaftlichen Nutzung unterworfen. Die Vulkanausbrüche des Vesuv und der Phlegräischen Felder bewirkten lange Pausen in der Besiedlung dieser Gegend, trugen jedoch auch zur außerordentlichen Fruchtbarkeit der Böden bei und begünstigten so deren landwirtschaftliche Nutzung. Vor allem die vulkanische Tätigkeit des Vesuv hatte großen Einfluss auf die Entwicklung der umliegenden Ebenen in dem ebenso interessanten wie wenig bekannten Zeitabschnitt zwischen der plinianischen Eruption »Pomici di Avellino« und der subplinianischen Eruption von 472 n. Chr. An den Berghängen am Rand der vesuvischen Ebenen begünstigte die Ansammlung großerMengen an pyroklastischen Lockermassen, die sich bei den Ausbrüchen rasch ablagerten, im Laufe der Zeit das Auftreten von Laharen und wiederholten Anschwemmungen, die häufig zur Versumpfung führten oder die Ebenen unter dicken Schuttschichten begruben2. Dessen ungeachtet durchlief das Gebiet nordöstlich des Vulkans um die Stadt Nola, das sich durch seine ausgezeichnete geografische Position und bedeutende natürliche Verbindungswege zwischen den Gebieten Irpinien und Benevent im Landesinneren und der tyrrhenischen Küste auszeichnete, alle Stadien der menschlichen Besiedlung durch wechselnde Volksgruppen auf der ständigen Suche nach fruchtbarem Land und natürlichen Ressourcen. Dieses Gebiet erschien den Menschen von jeher als vorteilhafter Siedlungsort, vermutlich aufgrund des ertragreichen Bodens und der günstigen Klimabedingungen, aber auch wegen der langen Ruhepausen zwischen den einzelnen Vulkanausbrüchen, die in der Regel über ein Menschenalter hinausgingen.373 89