Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/6154
Authors: Avallone, A.* 
Calderoni, G.* 
Cara, F.* 
Cogliano, R.* 
Di Giovambattista, R.* 
Di Giulio, G.* 
Fodarella, A.* 
Milana, G.* 
Pucillo, S.* 
Riccio, G.* 
Rovelli, A.* 
Vannoli, P.* 
Title: FORTI EFFETTI DI AMPLIFICAZIONE DEL MOTO IN ZONA DI FAGLIA DURANTE LA SEQUENZA SISMICA DEL 2009 IN ABRUZZO
Editors: Rovelli, A. 
Issue Date: 26-Oct-2010
Keywords: HRGPS
trapped waves
Subject Classification04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.99. General or miscellaneous 
Abstract: Negli anni 1997-1998, durante la sequenza dell’Umbria-Marche, la stazione accelerometrica di Nocera Umbra superò ripetutamente, per terremoti di magnitudo > 5, il picco di accelerazione di 0.5 g. Tali valori furono i maggiori mai registrati in Italia, e apparvero subito inusuali per terremoti di faglia normale a magnitudo moderate. Una serie di studi del sito della stazione permise di attribuire l’ampiezza anomala a un forte effetto di amplificazione locale prodotto dalle variazioni verticali della velocità delle onde di taglio nella roccia danneggiata di una faglia sub-verticale in prossimità della stazione. Anche durante i terremoti della sequenza Aquilana si sono trovate evidenze di effetti analoghi. La stazione a banda larga FAGN, in prossimità della faglia di San Demetrio, ha mostrato una accentuata variabilità dell’ampiezza delle sue registrazioni, con valori che superano fino ad un fattore 10 le ampiezze delle stazioni vicine. Mediante un’analisi su 350 terremoti si è trovato che le massime amplificazioni avvengono per terremoti localizzati a sud-ovest della stazione, in posizione favorevole alla propagazione nella zona di faglia dalla sorgente al ricevitore. Utilizzando metodi sia analitici che numerici è stato possibile attribuire gli effetti osservati alle eterogeneità di una zona di faglia larga 300-400 m e profonda 3 km, approssimativamente, con una riduzione di velocità di circa il 30% rispetto alla roccia non deformata. Anche il forte impulso di spostamento di 40 cm picco-picco registrato durante la scossa principale a Castello d’Ocre da una stazione GPS (CADO) con campionamento a 10 Hz non trova giustificazione plausibile se non modellando un effetto di risonanza in prossimità dello strumento. In questo caso è possibile generare modelli che riproducano l’osservazione usando valori della larghezza della zona di faglia di qualche centinaio di metri con forti riduzioni della velocità delle onde di taglio rispetto ai blocchi rigidi adiacenti. Queste osservazioni confermano la potenziale pericolosità del territorio in prossimità delle zone di faglia, nonostante non siano emerse durante il terremoto dell’Aquila chiare evidenze di anomalie del danno persistenti lungo le faglie. Recenti studi in California sembrano mettere in luce l’estrema variabilità delle onde intrappolate nelle zone di faglia, per cui l’effetto appare sporadicamente sia per quanto riguarda le stazioni di registrazione lungo la faglia che per quanto riguarda le zone-sorgenti nella faglia capaci di generare onde intrappolate.
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