Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/11707
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dc.date.accessioned2018-04-19T12:11:17Zen
dc.date.available2018-04-19T12:11:17Zen
dc.date.issued2017en
dc.identifier.isbn9788862422567en
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2122/11707en
dc.description.abstractDel rapporto tra architettura e geologia si è ampiamente discusso a proposito della volontà di Viollet-le-Duc (1814-1879) di trattare il Monte Bianco come un “progetto” di cui sia possibile ricostruire l’immagine1. Allo stesso modo l’attrazione del pittore e architetto francese Jean-Pierre-Louis-Lauren Houel (1735-1813) per la mineralogia è stato oggetto di recenti studi da parte di Madeleine Pinault Sørensen e Susanne Keller che hanno dimostrato l’efficacia del suo ricorso alla descrizione visuale per lo studio delle rocce e dei minerali2. Il contributo dell’artista francese alla vulcanologia dell’Etna è oggi poco noto sebbene in passato i suoi contemporanei avessero dato un certo rilievo alle sue osservazioni in questo campo. Ad esempio, nel 1825 il famoso geologo Leo von Buch nel suo Description physique des iles Canaries citava gli studi dell’artista francese su Stromboli e Strombolino3 commentando in particolare la planche LXIX del Tomo I del Voyage e nel 1828 l’opera di Houel compariva alla voce “Volcans” della Enciclopedie Methodique accanto ai lavori di Kircher, Dolomieu, Ordinaire, Elie de Beaumont4. A questo punto suscita curiosità il fatto che l’apporto scientifico dell’architetto francese alla geologia dei vulcani sia stato dimenticato nel corso degli anni. Effettivamente già nel 1838 il geologo Elie De Beaumont in Recherches sur la structure et sur l’origine du Mont Etna5 non citava Houel tra i viaggiatori stranieri che avevano fatto dell’Etna l’oggetto delle loro ricerche. Evidentemente il lavoro di Houel in ambito scientifico non ha avuto, ingiustamente, lo stesso successo riscontrato in campo artistico. Con questo contributo si vuole dunque portare in luce un inedito ritratto dell’architetto francese il cui volto per la prima volta coincide con quello di un moderno vulcanologo ed illustratore scientifico. Il caso di Houel sembra provare infatti come, almeno inizialmente, la rappresentazione geometrica e il disegno architettonico siano stati validi strumenti per spiegare le logiche costitutive del territorio e della montagnaen
dc.language.isoItalianen
dc.relation.ispartofArchitetti in viaggio. La Sicilia nello sguardo degli altrien
dc.titleJean Houel e la vulcanologia dell’Etnaen
dc.typebook chapteren
dc.description.statusPublisheden
dc.type.QualityControlUnreferreden
dc.description.pagenumber243-257en
dc.description.obiettivoSpecifico1V. Storia eruttivaen
dc.publisherletteraventidueen
dc.contributor.authorAbate, Tizianaen
dc.contributor.authorBranca, Stefanoen
dc.contributor.departmentÉcole Pratique des Hautes Études, Sorbonne-Parisen
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione OE, Catania, Italiaen
item.openairetypebook chapter-
item.cerifentitytypePublications-
item.languageiso639-1it-
item.grantfulltextrestricted-
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf-
item.fulltextWith Fulltext-
crisitem.author.deptUniversite´ de la Sorbonne, Paris, France.-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione OE, Catania, Italia-
crisitem.author.orcid0000-0002-4971-4528-
crisitem.author.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.department.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
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