Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/10466
Authors: Carbognin, Laura 
Strozzi, Tazio 
Teatini, Pietro 
Tomasin, Alberto 
Tosi, Luigi 
Title: LA SUBSIDENZA E L’EUSTATISMO DEL VENEZIANO
Issue Date: 5-Jun-2008
Keywords: Venezia
Subsidenza
Eustatismo
Relative Sea Level Rise
Interferometrria SAR
GPS
Livellazioni
Subject Classification05. General::05.08. Risk::05.08.99. General or miscellaneous 
Abstract: La perdita altimetrica totale nell’area veneziana, riferita al livello medio del mare (relative sea level rise), valutata nel corso del XX secolo in circa 23 centimetri, è notoriamente dovuta a cause diverse, ovvero la subsidenza geologica, quella indotta dall’estrazione d'acqua dal sottosuolo per uso prevalentemente industriale (concentrata in alcuni decenni al centro del periodo), ed infine la crescita del livello marino. La ricerca sulla subsidenza di Venezia concluse la prima complessa fase negli anni ’90, dimostrando, tra le altre cose, l’arresto del processo antropo-indotto e registrando negli anni ’70 una esigua ma indubbia inversione (rebound) a seguito della ripressurizzazione naturale del sistema acquifero. La stabilità del centro storico veneziano è stata confermata nel 2000 da un monitoraggio integrato con misure topografiche, satellitari e mareografiche. La subsidenza ha comunque provocato 10-14 cm di abbassamento della città che, per le caratteristiche geomeccaniche del sottosuolo, risulta pressoché irreversibile. Gli studi più recenti sono stati condotti alla scala dell'intera area lagunare veneziana. Sono state analizzate le cause naturali e antropiche della subsidenza e sono stati messi a punto sistemi di monitoraggio innovativi. In particolare è stato sviluppato un originale sistema di monitoraggio integrato che utilizza diverse metodologie di rilevamento quali livellazioni, GPS (differenziale ed in continuo), interferometria satellitare convenzionale (InSAR) e interferometria su riflettori permanenti (IPTA). Il sistema è in grado di fornire risultati sia in specifiche aree urbane di interesse che a scala regionale, con elevata risoluzione spaziale e precisione verticale millimetrica. Esso è stato applicato per ricostruire gli spostamenti verticali del territorio nel decennio 1992-2002, ed ha confermato la stabilità delle aree centrali del bacino lagunare, ivi compresa la città di Venezia, evidenziando invece la gravità del processo in atto in diversi centri urbani di terraferma e nei litorali turistici. Stime attendibili sulla tendenza eustatica sono state calcolate su serie storiche secolari, cioè sufficientemente lunghe da non risentire di variabilità e ciclicità di breve periodo, non significative nella valutazione di tendenza. Per l'ultimo secolo l’innalzamento del medio mare in Alto Adriatico è stato calcolato in circa 1.20 mm/anno sulle serie storiche mareografiche, ad esempio, di Trieste. Analisi statistiche di dettaglio hanno verificato la presenza di un unico trend lineare per Trieste stessa, sebbene con un andamento oscillatorio sul breve periodo, ma non per Venezia dove, in concomitanza con il periodo influenzato dalla subsidenza antropica, il livello del mare esibiva una apparente crescita anomala significativamente più elevata di Trieste. E' stata ampiamente verificata la presenza di fluttuazioni del livello marino che a Venezia hanno una ciclicità dell’ordine di 20 anni, per cui si presentano andamenti tendenziali estremamente variabili al variare della finestra temporale assunta per il calcolo: tra 1.97 mm/anno sui 35 anni dal 1973 al 2007 a -2.64 mm/anno negli ultimi 6 anni. Una stima affidabile dell’andamento tendenziale del livello medio del mare può essere pertanto eseguita solo se si dispone di un periodo di misure della lunghezza di almeno 2 – 3 volte la fluttuazione caratteristica, e non certo confrontando medie quinquennali/decennali. Questo dà un'idea di quale cautela sia necessaria nelle valutazioni, e per il territorio veneziano in particolare. Con tutt’altra angolazione, il confronto tra la frequenza delle macchie solari e quella dei sovralzi di marea di origine meteorologica (che alla fine dei conti determinano le inondazioni) evidenzia la forte correlazione riscontrata negli ultimi 40 anni tra i due fenomeni: la spiegazione di questo è completamente da investigare.
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