Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/9874
Authors: Guerra, I.* 
De Rose, C.* 
Gervasi, A.* 
Neri, G.* 
Orecchio, B.* 
Presti, D.* 
Editors: Guerra, I. 
Title: Attività sismica recente in Calabria Centro-Meridionale
Issue Date: 2006
Keywords: microsismicità
Subject Classification04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.99. General or miscellaneous 
Abstract: Una delle attività di maggiore rilevanza in sismologia è rappresentata dall’impiego di tecniche di monitoraggio strumentale della microsismicità ai fini dell’individuazione e caratterizzazione delle faglie sismicamente attive. I dati sperimentali raccolti in questo modo, costituiti dai sismogrammi, trovano infatti diverse utilizzazioni: le onde sismiche rappresentano gli agenti più efficaci nel trasportare fino alla superficie informazioni relative alle caratteristiche fisiche ed alla geometria dei materiali attraversati durante il proprio percorso ed agli sforzi esistenti al loro interno. Tali attività rivestono particolare rilievo nelle aree come la Calabria e le regioni circostanti per motivazioni di almeno due diversi tipi. La Calabria, come tutta l’Italia peninsulare è ancora sede di un’intensa attività geodinamica in cui le interazioni tra corpi geologici a contatto sono caratterizzate da sovrascorrimenti piuttosto che da scivolamenti laterali: ne consegue che, contrariamente a quanto avviene in regioni come la California, le superficie lungo le quali possono generarsi i terremoti difficilmente intersecano la superficie esterna della Terra o, quando anche questo avviene, le loro tracce vengono rapidamente obliterate dal riaggiustamento dei materiali superficiali, relativamente plastici. Risulta quindi problematico definire le relazioni eventualmente esistenti tra le strutture superficiali rilevabili con l’osservazione diretta mediante l’impiego delle tecniche tipiche del rilevamento geologico e le strutture sismogenetiche profonde evidenziate dalle osservazioni strumentali. D’altro canto, è noto come la storia dell’Italia Meridionale sia ricca di eventi sismici catastrofici: gli ultimi grandi terremoti che hanno interessato Calabria e Sicilia sono quelli del 1905 e del 1908, verificatisi quando l’arte di registrare i terremoti era ancora ai suoi albori. Mancano quindi informazioni strumentali dalle quali si possano evincere direttamente informazioni sufficientemente attendibili sulla localizzazione delle sorgenti dotate di più elevato potenziale sismogenetico. È opportuno a questo punto osservare che solo negli anni a cavallo del 1980 è cominciato in Calabria, come nel resto dell’Italia, lo sviluppo delle osservazioni sismiche strumentali moderne, con l’installazione di reti “regionali” e con lo straordinario potenziamento della Rete Sismica Centralizzata dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
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