Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/9073
Authors: Polemio, M.* 
Dragone, V.* 
Mitolo, D.* 
Title: La siccità e la disponibilità di riserve idriche sotterranee nella piana di Metaponto (Basilicata)
Publisher: Accademia Nazionale dei Lincei
Issue Date: 21-Mar-2003
Keywords: siccità
acque sotterranee
Subject Classification03. Hydrosphere::03.02. Hydrology::03.02.99. General or miscellaneous 
Abstract: Lo studio interessa la Piana di Metaponto, territorio posto nella regione Basilicata, lungo la costa ionica, costituito dalla porzione terminale dei bacini imbriferi dei fiumi Sinni, Agri, Cavone, Basento e Bradano. L’area è soggetta ad un intenso sviluppo economico connesso alle attività agricole, zootecniche e turistiche, per le quali si richiede una continua ed ingente disponibilità di acqua. Le risorse idriche sotterranee dell’area in esame sono particolarmente esposte al degrado quantitativo per la riduzione della ricarica e il sovrasfruttamento delle falde idriche sotterranee, fenomeni entrambi da ricondursi, come emerge da questo studio, alle recenti siccità. Lo studio si basa sulla caratterizzazione del complesso di relazioni esistenti tra i corpi idrici superficiali e sotterranei, in funzione delle modificazioni climatiche e antropiche del ciclo idrologico, con particolare attenzione alla disponibilità di acque sotterranee. Le più importanti modificazioni antropiche si sono succedute nel corso della seconda metà del secolo scorso. I primi decenni del ‘900 sono stati caratterizzati dallo sfruttamento moderatamente crescente delle acque sotterranee, principalmente nella parte alta della piana di Metaponto, l’unica salubre. Negli anni ’50 numerosi pozzi sono stati realizzati per soddisfare la domanda domestica ed irrigua, comparsa per l’insediamento nella piana di migliaia di coloni, reso possibile dalla bonifica e dalla riforma fondiaria. Durante gli anni ’60-’80, in seguito alla realizzazione di dighe e traverse, i pozzi precedentemente realizzati sono stati quasi del tutto sostituiti dalle reti irrigue. Infine, dagli anni ’80 ad oggi le perduranti e frequenti siccità da una parte hanno ridotto la ricarica degli acquiferi, dall’altra hanno frequentemente svuotato gli invasi e, di conseguenza, reso inefficaci gli acquedotti. Si è fatto ricorso così, sempre più spesso ed intensamente, ad integrazioni con nuovi e vecchi pozzi. La gravità del calo piezometrico non è data solo dalla riduzione della quantità di risorse idriche disponibili ma anche dal degrado qualitativo delle acque sotterranee per inquinamento salino, causato dall’intrusione marina.
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