Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/7373
Authors: Comastri, A. 
Title: Costantinopoli e Il Cairo: effetti sismici in due capitali mediterranee dal tardo antico al XV secolo
Issue Date: 8-Sep-2011
Keywords: Constantinople Istanbul
Cairo
Seismic effects in urban areas
Aghia Sophia
Subject Classification04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.05. Historical seismology 
Abstract: Istanbul (l’antica Costantinopoli) e Il Cairo sono oggi due delle più importanti megalopoli del bacino del Mediterraneo. I terremoti che le hanno colpite rispettivamente nel 1999 e nel 1992 sono solo gli ultimi due episodi della lunga storia sismica di queste due città. La millenaria continuità di sito e la ricchezza delle testimonianze storiche disponibili (pur in mancanza degli archivi amministrativi per il periodo antico e medievale) permettono di delineare alcuni degli antichi scenari dei danni subiti in queste due capitali, qui ricostruiti per il periodo dalla tarda antichità alla fine del XV secolo. A fronte di informazioni precise sui danni, poco si sa sulle risposte istituzionali e amministrative, sui tempi delle ricostruzioni e sull’impatto culturale complessivo. L’importanza acquisita da Bisanzio (poi Costantinopoli) a partire dal IV secolo d.C., e la maggiore disponibilità di fonti storiche rispetto al periodo precedente, permettono di delineare una storia sismica dell’attuale Istanbul. Tale storia urbana è tra le più dettagliate del bacino del Mediterraneo, una preziosa eredità dal punto di vista scientifico. I terremoti di più elevata intensità che hanno colpito Costantinopoli-Istanbul si originano nei segmenti orientali della faglia Nord Anatolica e nell’area del Mar di Marmara. Tra la metà del IV secolo e la fine del XV, i maggiori eventi sismici accaddero il 14 dicembre 557, 26 ottobre 740, 26 ottobre 989, 23 settembre 1063, 11 marzo 1231, 18 ottobre 1343. Questi terremoti hanno lasciato le loro tracce distruttive anche su alcuni importanti edifici di Costantinopoli: per questo è possibile delineare, seppure in modo parziale, una mappa degli effetti sismici anche a scala urbana. Uno dei più famosi edifici di Costantinopoli, la chiesa di Santa Sofia, edificata al tempo dell’imperatore Giustiniano, consacrata nel 537, assunse la sua forma definitiva nel 562, dopo le riparazioni che si erano rese necessarie in conseguenza dei terremoti del 557. L’edificio rappresenta una sorta di ‘sismografo monumentale’ che scandisce la storia sismica urbana. L’altra megalopoli mediterranea qui presa in esame è Il Cairo. La sua fondazione risale all’epoca della conquista araba dell’Egitto, nel 641, come insediamento fortificato di al-Fustat (o Misr al-Fustat). Nel 969 la dinastia dei Fatimidi fondò, a nord di al-Fustat, il Cairo (al-Qahira, ossia “la vittoriosa”). È solo da questo periodo che è possibile delineare la storia sismica della città, per la continuità abitativa e per la ricchezza delle fonti storiche. Il Cairo risente degli effetti di terremoti lontani, che si originano in parte nell’Arco ellenico, in particolare nell’area di Creta, in parte nella faglia del Mar Morto e da una sorgente sismica localizzata a una decina di chilometri dal Cairo vecchio. Per il periodo fino alla fine del XV secolo, il più forte teremoto che ha colpito la città fu quello dell’8 agosto 1303, uno degli eventi sismici di più elevata magnitudo (Me = 8.0) della storia conosciuta del Mediterraneo, paragonabile solo a quello 21 luglio 365 d.C. Del terremoto del 1303, che danneggiò numerose moschee e madrase (scuole coraniche) è stato possibile localizzare gli effetti su scala urbana e avere indicazioni sulla risposta sismica della parte oggi più antica della città.
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