Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/5613
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dc.contributor.authorallFranceschina, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italiaen
dc.contributor.authorallEmolo, A.; Dip. di Scienze Fisiche, Università degli Studi "Federico II", Napoli, Italia.en
dc.contributor.authorallGallovic, F.; Dep. of Geophysics, Charles University, Prague, Repubblica Ceca.en
dc.contributor.authorallPacor, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italiaen
dc.date.accessioned2010-01-14T14:45:46Zen
dc.date.available2010-01-14T14:45:46Zen
dc.date.issued2009en
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2122/5613en
dc.description.abstractIn questo lavoro viene calcolato il moto sismico di riferimento da utilizzarsi per l’analisi degli effetti di sito in 5 comuni localizzati nell’area epicentrale del terremoto del Molise del 2002: Bonefro (BNF), S. Giuliano di Puglia (SGI), Colletorto (CLT), S. Croce di Magliano SCM) e Ripabottoni (RPB). Le simulazioni del moto vengono effettuate sulla base di tre diversi livelli di complessità, che comportano sia l’utilizzo di equazioni empiriche predittive del moto del suolo (Ground Motion Predictive Equations, GMPE) sia l’impiego di tecniche di simulazione a sorgente estesa. In particolare, sono state adottate una tecnica di simulazione di alta (1-20 Hz) frequenza (DSM – Deterministic Stochastic Method, PACOR et al. [2005]) e un tecnica di simulazione broad-band (HIC - Hybrid Integral Composite method, GALLOVIC e BROKESOVA [2004; 2007]). Inizialmente, la tecnica DSM è stata impiegata per selezionare il modello di sorgente da adottare fra due diverse possibilità proposte in letteratura [VALLÉE e DI LUCCIO, 2005; BASILI e VANNOLI, 2005]. Il confronto fra accelerazioni simulate e osservate a distanze ipocentrali minori di 60 km, suggerisce l’adozione del secondo modello, poiché esso risulta essere l’unico in grado di produrre la propagazione unilaterale della rottura in direzione ovest-est che sembra caratterizzare l’evento del 31 ottobre. Successivamente, vengono realizzati gli scenari di scuotimento al bedrock mediante le equazioni empiriche predittive (livello 0), le simulazioni di alta frequenza (livello 1) e le simulazioni broad-band (livello 2). L’analisi degli scenari di livello 0 mostra che, a causa della profondità delle scosse principali degli eventi molisani del 2002, in media i valori di accelerazione di picco osservati risultano meglio riproducibili mediante relazioni empiriche predittive che contemplano anche la dipendenza dalla profondità della sorgente (come, ad esempio, la relazione di AMBRASEYS [1995]). Le simulazioni di livello 1 relative all’evento del 31 ottobre, mostrano un’area di massimo scuotimento localizzata a est della zona epicentrale, caratterizzata da un valore massimo di PGA di circa 160 gal mentre, per l’evento del 1 novembre, si ottiene un’area di massimo scuotimento situata in corrispondenza della proiezione in superficie della faglia. L’effetto cumulato dei due eventi principali risulta in buon accordo con le osservazioni macrosismiche [GALLI e MOLIN, 2004]. Le simulazioni di livello 2, mostrano infine che, in condizioni di near-source, il moto del suolo risulta influenzato dal livello di dettaglio con il quale viene rappresentata la cinematica della sorgente sismica. Il moto sismico di riferimento per l’analisi degli effetti di sito viene definito nell’ultima parte del lavoro, mediante il confronto fra gli scenari al bedrock simulati ai diversi livelli di complessità. I risultati ottenuti mostrano che, fino a distanze ipocentrali di circa 30 km, le tecniche DSM e HIC producono serie temporali consistenti fra loro e in near-source i valori di picco simulati con entrambe le tecniche risultano anche consistenti con la relazione empirica proposta da AMBRASEYS [1995]. In area epicentrale, i valori del picco di accelerazione al bedrock risultano compresi tra 60 e 120 gal, con valori massimi simulati nella località di S. Giuliano di Puglia (SGI) per l’evento del 31 ottobre 2002, mentre per l’evento del 1 novembre 2002 sono compresi fra 30 e 200 gal, con valori massimi nella località di Ripabottoni (RPB). Le simulazioni prodotte mediante HIC risultano inoltre essere maggiormente adatte alla riproduzione di un moto del suolo realistico in termini di durata e contenuto spettrale a bassa frequenza.en
dc.language.isoItalianen
dc.publisher.namePatron Editoreen
dc.relation.ispartofRivista Italiana di Geotecnicaen
dc.relation.ispartofseries3/ (2009)en
dc.subjectmoto sismico di riferimentoen
dc.subjectsimulazione da sorgente estesaen
dc.subjectequazioni predittive del moto del suoloen
dc.subjectscenario di scuotimentoen
dc.subjecttecnica di simulazione di alta frequenzaen
dc.subjecttecnica di simulazione broad-banden
dc.titleModellazione dei meccanismi sismogenetici e ricostruzione del moto sismico di riferimento.en
dc.title.alternativeSource modelling and simulation of the reference seismic ground motionen
dc.typearticleen
dc.description.statusPublisheden
dc.type.QualityControlPeer-revieweden
dc.description.pagenumber15-31en
dc.subject.INGV04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.11. Seismic risken
dc.description.obiettivoSpecifico4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismicaen
dc.description.journalTypeN/A or not JCRen
dc.description.fulltextopenen
dc.contributor.authorFranceschina, G.en
dc.contributor.authorEmolo, A.en
dc.contributor.authorGallovic, F.en
dc.contributor.authorPacor, F.en
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Milano, Milano, Italiaen
dc.contributor.departmentDip. di Scienze Fisiche, Università degli Studi "Federico II", Napoli, Italia.en
dc.contributor.departmentDep. of Geophysics, Charles University, Prague, Repubblica Ceca.en
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Milano, Milano, Italiaen
item.openairetypearticle-
item.cerifentitytypePublications-
item.languageiso639-1it-
item.grantfulltextopen-
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf-
item.fulltextWith Fulltext-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Milano, Milano, Italia-
crisitem.author.deptDipartimento di Scienze Fisiche, Università Federico II, Napoli, Italy-
crisitem.author.deptDipartimento di Scienze Fisiche, Università di Napoli ‘‘Federico II’’; Department of Geophysics, Charles University, Prague-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Milano, Milano, Italia-
crisitem.author.orcid0000-0003-0990-4279-
crisitem.author.orcid0000-0001-8390-4168-
crisitem.author.orcid0000-0001-5745-0414-
crisitem.author.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.author.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.classification.parent04. Solid Earth-
crisitem.department.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.department.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
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