Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/10183
Authors: Nardi, A.* 
Marchetti, A.* 
Modica, G.* 
Battelli, P.* 
Berardi, M.* 
Castellano, C.* 
Melorio, C.* 
Pirro, M.* 
Rossi, A.* 
Spadoni, S.* 
Arcoraci, L.* 
Lozzi, G.* 
Battelli, A.* 
Thermes, C.* 
Ciaccio, M.G.* 
Castello, B.* 
Pagliuca, N.* 
Vallocchia, M.* 
Marcocci, C.* 
Frepoli, A.* 
Bono, A.* 
Pintore, S.* 
Pietrangeli, D.* 
Lauciani, V.* 
Fares, M.* 
Moretti, M.* 
Lucente, F.P.* 
Scognamiglio, L.* 
Palombo, B.* 
Basili, A.* 
Amato, A.* 
Michelini, A.* 
Mele, F.M.* 
Margheriti, L.* 
Title: Bollettino Sismico Italiano: novità
Issue Date: 18-Nov-2015
Keywords: Bollettino sismico
Italia
Subject Classification04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.06. Surveys, measurements, and monitoring 
Abstract: I parametri dei terremoti registrati dalla Rete Sismica Nazionale Italiana, localizzati nella sala di sorveglianza sismica dell’INGV, sono immediatamente disponibili sul web alla pagina http://cnt.rm.ingv.it/ e nell’Italian Seismological Instrumental and parametric Data-base (ISIDe; Mele et al. 2007) http://iside.rm.ingv.it/iside/standard/index.jsp. Questi eventi sono in seguito revisionati dagli analisti del Bollettino. Gli analisti ricontrollano i parametri di tutti i terremoti ottenuti inserendo pesi e polarità degli arrivi delle onde sismiche, integrando i dati letti in sala con tutti i dati disponibili nel sistema di localizzazione. Il Bollettino viene da decenni prodotto dall’INGV. Dal 1985 i dati del bollettino sono disponibili nel data-base ISIDe. Per il periodo che va dal Gennaio 2002 al 16 Aprile 2005 tali dati, in formato GSE (Group of Scientific Experts format), sono reperibili anche nella pagina http://bollettinosismico.rm.ingv.it/; mentre per il periodo che va dall'Aprile 2012 ad oggi il bollettino è reperibile in formato QuakeML in http://iside.rm.ingv.it/iside/standard/index.jsp?page=bulletin. L’altro catalogo di riferimento nazionale della sismicità strumentale è il Catalogo della sismicità italiana (CSI 1.1; http://csi.rm.ingv.it/, Castello et al 2007) che contiene la sismicità dal 1981 al 2002. Il CSI deriva dal bollettino sismico nazionale, ma contiene anche le fasi delle reti regionali disponibili per quegli anni; per tale intervallo temporale rappresenta quindi il catalogo più revisionato, completo ed omogeneo soprattutto in termini di magnitudo.Il numero di terremoti localizzati negli ultimi anni nel bollettino sismico nazionale è aumentato fino a raggiungere alcune decine di migliaia l’anno, nel 2014 ci sono 27435 eventi (tabella 1). La rete sismica nazionale è oggi integrata in tempo reale con le reti regionali del Nord Ovest (Università di Genova), del Nord Est (OGS), della Calabria (Università della Calabria), con la rete realizzata per il near Fault Observatory dell’Alta Valle del Tevere, con altre reti regionali ed infine con una serie di stazioni temporanee che sono installate in caso di emergenza dal gruppo di lavoro della rete sismica mobile dell’INGV. Queste integrazioni hanno abbassato la soglia di detezione su tutto il territorio italiano rendendo possibile la localizzazione di eventi di M<1.5. L’abbassamento della soglia di detezione e localizzazione sul territorio nazionale non è tuttavia omogeneo; da varie analisi fatte sui dati della rete e sulla sua geometria si è stimato che la soglia di magnitudo per la quale è possibile localizzare un evento in qualsiasi parte del territorio italiano (fatta esclusione per la Sardegna e per alcuni casi particolari) è circa M=1.7 (Amato and Mele 2008). Dai dati riportati nella tabella 1, relativa al numero di eventi registrati ogni anno per diverse classi di magnitudo, è facile vedere che le sequenze sismiche dell’Aquila nel 2009 e dell’Emilia nel 2012 hanno influito fortemente sul numero di terremoti con M>=3.5, raddoppiandoli rispetto agli altri anni, ma che il numero di eventi con M<1.5 localizzati è in costante aumento, a prescindere dall’occorrenza di eventi particolarmente forti, essendo legato, come spiegato prima, al miglioramento della rete di monitoraggio. Questo ha comportato, negli ultimi anni, un aumento esponenziale del carico di lavoro per gli analisti del Bollettino, al punto tale che a ottobre 2014 si è deciso di limitare la revisione del Bollettino solo agli eventi con M>=1.5. Con questa nuova filosofia sono stati revisionati gli ultimi mesi del 2014, anno per il quale il bollettino è già disponibile su ISIDe, e si stanno analizzando gli eventi del 2015. Per gli eventi più piccoli rimarrà disponibile in ISIDe la localizzazione di sala, che per eventi di quel range di magnitudo in generale fornisce letture dei tempi di arrivo su quasi tutte le stazioni che hanno effettivamente registrato l’evento. Diminuire il numero di eventi da revisionare consente di effettuare il bollettino in tempi relativamente rapidi: a fine anno 2015 uscirà il bollettino 2015 diviso in quadrimestri; la pubblicazione del primo quadrimestre del 2016 è prevista per maggio 2016. Da gennaio 2015 gli analisti del bollettino rielaborano gli eventi con M>=3.5 il giorno dopo l’accadimento, o il seguente giorno lavorativo, per fornire un dato migliore in tempi brevi. Questo riallineamento del Bollettino sismico nazionale consentirà delle analisi più accurate della sismicità in atto in quanto basate su eventi controllati. Il Bollettino avrà, quindi, uscite quadrimestrali che saranno descritte in un breve documento tecnico al quale sarà attribuito un PID per valorizzare il lavoro degli analisti e di tutto il personale che lavora al Bollettino. Il documento conterrà una mappa della sismicità del quadrimestre, una breve descrizione delle modalità utilizzate nel produrre il Bollettino, ed elencherà il personale coinvolto nell’analisi dei dati. Sarà riportata inoltre qualche analisi statistica dei dati sismici ed i relativi istogrammi: quanti eventi sono stati registrati nel quadrimestre e di quale magnitudo e quante stazioni hanno contribuito alle localizzazioni. Inoltre sarà presentata una mappa della rete sismica con il numero di fasi P ed S registrate ad ogni stazione in rapporto al numero di eventi che avrebbe dovuto registrare, per valutare così l’efficienza delle stazioni della Rete Sismica Nazionale. Per gli eventi più forti saranno mostrati i Time Domain Moment Tensor (TDMT), i meccanismi focali fatti con le polarità dei primi arrivi, alcune forme d’onda significative e le shakemaps degli eventi di magnitudo superiore a 4. Saranno inoltre continuate le pubblicazioni annuali sui Quaderni di Geofisica (Mele et al 2010; Arcoraci et al 2012; Battelli et al 2013). Il bollettino, come già detto nell’introduzione, è attualmente disponibile in formato QuakeML, che contiene le localizzazioni con la stima degli errori, le magnitudo (Mw, ML, Md), le letture delle fasi P ed S ed i time domain moment tensor (TDMT) quando calcolabili. Sono stati, inoltre sviluppati alcuni webservices (http://webservices.rm.ingv.it/ws_fdsn.php) che aiutano a leggere i QuakeML e rendono il bollettino fruibile alla comunità scientifica nazionale ed internazionale: I dati del bollettino italiano confluiscono all’ International Seismological Centre (ISC), dove sono integrati all’interno del bollettino europeo.
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