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Leschiutta, Ilaria
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Leschiutta, Ilaria
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- PublicationOpen AccessThe 24 August 2016 Amatrice earthquake: macroseismic survey in the damage area and EMS intensity assessment(2016-11)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; The 24 August 2016 earthquake very heavily struck the central sector of the Apennines among the Lazio,Umbria, Marche and Abruzzi regions, devastating the town of Amatrice, the nearby villages and other localities along the Tronto valley. In this paper we present the results of the macroseismic field survey carried out using the European Macroseismic Scale (EMS) to take the heterogeneity of the building stock into account. We focused on the epicentral area, where geological conditions may also have contributed to the severity of damage. On the whole, we investigated 143 localities; the maximum intensity 10 EMS has been estimated for Amatrice, Pescara del Tronto and some villages in between. The severely damaged area (8-9 EMS) covers a strip trending broadly N-S and extending 15 km in length and 5 km in width; minor damage occurred over an area up to 35 km northward from the epicenter.2857 251 - PublicationRestrictedValidazione di modelli macrosismici per la stima del danneggiamento(2014-11-25)
; ; ; ; ; ; ;Pessina, Vera; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Meroni, Fabrizio; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Squarcina, Thea; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Locati, Mario; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Tertulliani, Andrea; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Leschiutta, Ilaria; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia; ; ; ; ; I metodi macrosismici per la stima del danneggiamento di edifici residenziali sono stati inizialmente sviluppati ed utilizzati per la realizzazione di scenari di rischio all’interno di importanti progetti nazionali per l’area di Vittorio Veneto (Bernardini et al., 2008; Meroni et al., 2008a, 2008b) e la Liguria occidentale (Giovinazzi e Lagomarsino, 2004). Grazie alla loro robustezza e flessibilità hanno successivamente avuto ampia diffusione anche a livello Europeo nei progetti Risk-UE (Mouroux and Le Brun, 2006; Lantada et al., 2010), LessLoss (Spence, 2007), UPStrat-MAFA (2012), Syner-G (2012), Zonno et al. (2010). Attualmente sono disponibili in letteratura diversi metodi, che si differenziano principalmente nella definizione della vulnerabilità delle strutture, ma la cui formulazione originaria parte dalla definizione del danno macrosismico secondo la scala EMS98 (Grünthal, 1998). Nonostante la loro diffusione questi metodi mancano ancora di una esaustiva validazione. La disponibilità di un rilievo macrosismico dettagliato per il centro storico de L’Aquila (Tertulliani et al., 2011, 2012) ha permesso di confrontare i risultati di alcune stime di danneggiamento macrosismico con una situazione reale, pur con alcune limitazioni dettate dalla tipologia dell’edificato in questione e dall’analisi estesa al solo grado di intensità registrato IEMS98 = VIII-IX.352 42 - PublicationRestrictedDamage Distribution in L’Aquila City (Central Italy) during the 6 April 2009 Earthquake(2012-08)
; ; ; ; ;Tertulliani, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Leschiutta, I.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Bordoni, P.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Milana, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia; ; ; The 6 April 2009 Mw 6.3 earthquake (Imax 9–10, Mercalli–Cancani– Sieberg [MCS]) struck the Abruzzi region of central Italy, producing severe damage in the city of L’Aquila. There was heavy damage in the city, especially in the central city area where unusual features of the damage pattern were immediately evident. The aim of this study is to correlate the distribution and the severity of the damage with the geological setting of the area, taking into account the characteristics of the building stock through time. Strong-motion recordings and ambient noise measurements taken soon after the mainshock and during the entire aftershock sequence showed variability in groundmotion amplification throughout the city. Factor of amplification (Fa) results are very high in the southern sector of the city, where the Limi Rossi del Colle dell’Aquila (LRCA) red silts outcrop, and quickly decrease northward, where LRCA is absent. This result correlates with the damage distribution to reinforced concrete (RC) buildings. In the southern sector the rate of collapse of RC buildings was 10%, versus 2% in the rest of the city. General conclusions highlight that the building stock of the city suffered different levels of damage that can be partially explained by the combination of building vulnerability and surface geology.514 42 - PublicationRestrictedAn application of EMS98 in a medium-sized city: The case of L’Aquila (Central Italy) after the April 6, 2009 Mw 6.3 earthquake(2011)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Tertulliani, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Arcoraci, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Berardi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Bernardini, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Camassi, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Castellano, C.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Del Mese, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Ercolani, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Graziani, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italia ;Leschiutta, I.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Rossi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Vecchi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; This paper describes the damage survey in the city of L’Aquila after the 6 April 2009 earthquake. The earthquake, whose magnitude and intensity reached Mw=6.3 and Imax=9–10 MCS, struck the Abruzzi region of Central Italy producing severe damage in L’Aquila and in many villages along theMiddle Aterno River valley. After the event, a building- to-building survey was performed in L’Aquila downtown aiming to collect data in order to perform a strict evaluation of the damage. The survey was carried out under the European Macroseismic Scale (EMS98) to evaluate the local macroseismic intensity. This damage survey represents the most complex application of the EMS98 in Italy since it became effective. More than 1,700 buildings (99% of the building stock) were taken into account during the survey at L’Aquila downtown, highlighting the difficult application of the macroseismic scale in a large urban context. The EMS98 revealed itself to be the best tool to perform such kind of analysis in urban settings. The complete survey displayed evidence of peculiar features in the damage distribution. Results revealed that the highest rate of collapses occurred within a delimited area of the historical centre and along the SW border of the fluvial terrace on which the city is settled. Intensity assessed for L’Aquila downtown was 8–9 EMS.677 30 - PublicationOpen AccessRilievo macrosismico del terremoto del 15 dicembre 2009 nella Valle del Tevere e considerazioni sull'applicazione della scala EMS98(2010)
; ; ; ; ; ; ; ; ;Arcoraci, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Berardi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Castellano, C.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Leschiutta, I.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Maramai, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italia ;Rossi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Tertulliani, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Vecchi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia; ; ; ; ; ; ; In questo lavoro vengono presentati e discussi i risultati del rilievo macrosismico effettuato in termini di European Macroseismic Scale 1998 del terremoto del 15 dicembre 2009. L’evento, di Ml 4.2, ha colpito la Valle del Tevere tra le province di Terni e Perugia, ed ha avuto una intensità EMS pari al 7 grado. Il rilievo è servito anche come test sull’uso della scala EMS98, non ancora utilizzata sistematicamente per i terremoti italiani, attraverso un’indagine di dettaglio nelle quattro località più danneggiate. Il tentativo di una applicazione rigorosa della scala ha fatto emergere alcune problematiche metodologiche, di fronte alle quali sono state fatte delle scelte in linea con le Linee Guida della scala. In particolare l’adozione del grado intero ci sembra l’alternativa più robusta per contrastare la abusata tentazione di usare la scala macrosismica come una misura continua dello scuotimento. This paper shows the results of the macroseismic survey of the December 15, 2009 earthquake, performed according to the EuropeanMacroseismic Scale 1998. The event (Ml 4.2), hit the Tiber Valley, between the Terni and Perugia provinces has been evaluated of intensity 7. As the EMS98 is not yet systematically used for Italian earthquakes, we tested it by means of a detailed survey in the most damaged localities. The several methodological questions arisen led us to make some choices according to the Guidelines of the EMS98, in the intensity assessment. Particularly effective is, in our opinion, the choice to preserve the integer character of the scale, and not use intermediate formulations of the intensity degree. 4484 205 - PublicationOpen AccessL’indagine macrosismica: metodologia, parametri del terremoto, questioni aperte(2009-12)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Camassi, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Galli, P.; Dip. Protezione Civile Nazionale, Roma ;Tertulliani, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Castenetto, S.; Dip. Protezione Civile Nazionale, Roma ;Lucantoni, A.; Dip. Protezione Civile Nazionale, Roma ;Molin, D.; Dip. Protezione Civile Nazionale, Roma ;Naso, G.; Dip. Protezione Civile Nazionale, Roma ;Peronace, E.; Dip. Protezione Civile Nazionale, Roma ;Bernardini, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Castelli, V.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Cavaliere, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Ercolani, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Salimbeni, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Tripone, D.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Vannucci, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Arcoraci, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Berardi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Castellano, C.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Del Mese, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Graziani, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italia ;Leschiutta, I.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Maramai, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italia ;Massucci, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Rossi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Vecchi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Azzaro, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Catania, Catania, Italia ;D'Amico, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Catania, Catania, Italia ;Ferrari, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Catania, Catania, Italia ;Mostaccio, N.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Catania, Catania, Italia ;Platania, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Catania, Catania, Italia ;Scarfì, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Catania, Catania, Italia ;Tuvè, T.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Catania, Catania, Italia ;Zuccarello, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Catania, Catania, Italia ;Carlino, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Marturano, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia ;Albini, P.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Gomez Capera, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Locati, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Meroni, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Pessina, V.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Piccarreda, D.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Rovida, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Stucchi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Buffarini, G.; ENEA, Roma ;Paolini, S.; ENEA, Roma ;Verrubbi, V.; ENEA, Roma ;Mucciarelli, M.; Università della Basilicata, Potenza ;Gallipoli, R.; CNR-IMAA, Potenza ;Barbano, M.S.; Università di Catania ;Cecic, I.; ARSO, Ljubljana, Slovenia ;Godec, M.; ARSO, Ljubljana, Slovenia; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; Subito dopo l’evento del 6 aprile 2009, come di consueto è stata realizzata una lunga e complessa indagine macrosismica, promossa dal gruppo operativo QUEST, che ha avuto inizialmente l’obiettivo di delimitare l’area di danneggiamento, a supporto delle attività di pronto intervento della Protezione Civile, e successivamente quello di classificare nel modo più accurato e capillare possibile, gli effetti prodotti dall’evento, particolarmente nelle aree danneggiate. A questo scopo è stata prodotta una stima utilizzando la scala MCS (Sieberg, 1930); in un secondo momento è stata rifinita l’indagine per una cinquantina di località dell’area maggiormente danneggiata (Is MCS>VII), raccogliendo ed elaborando i dati in termini di scala macrosismica EMS98 (Grünthal, 1998). Per la complessità e la dimensione dei problemi affrontati, questo terremoto ha costituito un banco di prova di grande importanza per la macrosismologia italiana. In questo testo viene descritto il lavoro realizzato, discutendo in particolare alcuni aspetti che hanno messo alla prova le metodologie di indagine tradizionali (sistematiche irregolarità degli insediamenti monitorati, forti divergenze degli scenari di danno rispetto a quelli previsti dalle scale, difficile comparabilità con scenari storici, ecc.) e presentandone i risultati, in relazione ai parametri epicentrali che ne risultano e il loro contributo più diretto alla comprensione complessiva della sismicità dell’area.1780 428 - PublicationOpen AccessIl rilievo macrosismico di dettaglio del centro storico de L’Aquila in termini di EMS98(2009-11)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Tertulliani, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Bernardini, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Camassi, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Castellano, C.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Del Mese, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Ercolani, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Graziani, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italia ;Leschiutta, I.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Rossi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Vecchi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Sleijo, D; OGSQuesto lavoro intende descrivere il rilievo macrosismico di dettaglio, realizzato nell’area del centro storico delL’Aquila, a seguito del terremoto del 6 aprile 2009. Circa un mese dopo la scossa principale (Mw 6.3), alcune squadre del gruppo operativo QUEST (QUick Earthquake Survey Team) delle Sezioni INGV di Roma e Bologna hanno realizzato una complessa indagine al fine di analizzare in dettaglio la distribuzione del danneggiamento nel centro storico della città dell’Aquila secondo le linee guida dell’European Macroseismic Scale (EMS98). L’utilizzo della scala EMS98 è stato ritenuto opportuno per meglio rappresentare la distribuzione del danneggiamento a fronte della estrema variabilità delle tipologie edilizie presenti e per superare i limiti che l’applicazione della MCS comporta in questi casi. Il rilievo, durato oltre una settimana, ha interessato l’intera superficie della cosiddetta Zona Rossa, ottenendo una mappatura “casa per casa” degli effetti. Gli edifici sono stati classificati per classi di vulnerabilità e per gradi di danno secondo quanto definito dalla EMS98. Complessivamente sono stati classificati e georeferenziati più di 1700 edifici. Questo esempio rappresenta l’applicazione più complessa ed estesa di un rilievo in EMS98 dall’atto della sua pubblicazione. Le difficoltà maggiori, oltre quelle meramente operative ed ambientali, sono state quelle proprie di un rilievo in un grande contesto urbanizzato (tessuto urbanistico complesso, presenza di tipologie edilizie non sempre facilmente identificabili, incertezza nella definizione delle classi di vulnerabilità e, non ultimo, estensione dell’area), inedito per la maggior parte degli operatori. I risultati di questo lavoro hanno evidenziato, in primo luogo, che la scala EMS98 è a tutt’oggi il miglior strumento per questo tipo di indagini; sono inoltre emersi diversi indicatori significativi della distribuzione del danneggiamento, e della risposta delle varie tipologie edilizie riconosciute. L’analisi complessiva dei dati raccolti mostra che il più alto tasso di collassi, a prescindere dalla vulnerabilità, è circoscritto a un’area localizzata nella parte nord-occidentale del centro storico, e che i collassi di edifici in cemento armato sono concentrati in una fascia limitata nella zona SO dello stesso centro storico. L’intensità stimata per l’area studiata è risultata incerta fra i gradi VIII e IX della scala EMS98.285 132 - PublicationOpen AccessRilievo macrosismico del terremoto emiliano del 23 dicembre 2008(2009-06)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Ercolani, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Rossi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Vecchi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Leschiutta, I.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Bernardini, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Del Mese, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Camassi, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Pondrelli, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Tertulliani, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia; ; ; ; ; ; ; ; Questa nota presenta una sintesi delle attività svolte durante il rilievomacrosismico del terremoto avvenuto tra le province di Parma e Reggio Emilia il 23 dicembre 2008. La scossa di Ml 5.2 è stata localizzata a sud di Parma ed è stata avvertita in tutta l’Italia settentrionale e in gran parte della Liguria e della Toscana. Il presente rapporto illustra lemodalità di intervento del teamQUEST, relative al rilievo degli effetti e alla valutazione in intensità MCS in particolare per le località della zona epicentrale. L’ampia documentazione fotografica illustra alcuni dettagli delle tipologie di danneggiamento rilevate e consente di comprendere meglio le valutazioni dell’intensità macrosismica. This paper presents an overview of the activities performed during the macroseismic field survey of the earthquake that occurred in the Parma and Reggio Emilia region on December 23, 2008. The mainshock (Ml=5.2), was located south of the city of Parma and was resolutely felt through Northern Italy. The report here presented shows the procedures carried out by QUEST (Quick Earthquake Survey Team), concerning the survey. QUEST has been engaged in gathering the damage information and in assessing the macroseismic intensity, in particular about the epicentral area. A copious photo collection shows details of the observed damage nature and allows to better illustrate the intensity455 881 - PublicationOpen AccessIl terremoto del 3 ottobre 1943: notizie da una ricerca in corso(2008-10)
; ; ; ; ; ; ;Tertulliani, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Castelli, V.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italia ;Rossi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Gottardi, F.; Dip. Prot. Civ. ;Vecchi, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Leschiutta, I.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia; ; ; ; ; Nel 2007 gli autori hanno avviato un nuovo studio del forte terremoto avvenuto il 3 ottobre 1943 nell’Ascolano. Alcuni risultati preliminari dello studio furono presentati all’ultimo convegno del GNGTS, sotto il titolo Terremoti dimenticati o poco noti delle Marche meridionali: primi risultati di uno studio della finestra cronologica 1941-1943 (Tertulliani et al., 2007). Il terremoto del 3 ottobre 1943 è un evento recente ma la ricostruzione del suo impatto territoriale è più lacunosa e il suo inquadramento nel contesto sismogenetico dell’Appennino centrale meno certo di quanto ci si aspetterebbe per un terremoto di neanche settant’anni fa. Questa situazione è una diretta conseguenza della collocazione cronologica del terremoto stesso, avvenuto meno di un mese dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, al principio di quella che sarebbe stata la fase più atroce della Seconda Guerra Mondiale in territorio italiano. Ne deriva una serie di circostanze che hanno contribuito a indebolire, distorcere e – almeno in parte - occultare la percezione dell’estensione dell’area interessata dal terremoto e la corretta valutazione dei suoi effetti macrosismici. Ciò ha particolarmente compromesso la produzione di testimonianze documentarie degli effetti del terremoto sugli edifici, cioè delle fonti storiche fondamentali per analisi di comparazione con eventi moderni e per studi di pericolosità sismica. In estrema sintesi, il terremoto del 3 ottobre 1943 andò a sollecitare un patrimonio edilizio la cui vulnerabilità era - in molti casi - accentuata da scarsa manutenzione ed eventi bellici precedenti. Nell’immediatezza del post terremoto gli interventi statali furono – comprensibilmente - limitati a misure palliative delle più urgenti esigenze di sussistenza. Il rilievo dei danni (tranne alcuni precoci interventi dovuti all’iniziativa di singoli funzionari, fu condotto in maniera disomogenea e in larga misura solo dopo il passaggio del fronte (1944) se non addirittura a guerra finita, prendendo cioè in considerazione un quadro di effetti gravemente alterato dai successivi eventi bellici, dalle intemperie e dalla mancanza di interventi conservativi. Le difficoltà di comunicazione e la pressoché totale interruzione della stampa di giornali ridussero drasticamente la produzione di testimonianze sul risentimento dell’evento principale e sulla sequenza sismica (cartoline macrosismiche, corrispondenze giornalistiche locali). Un ulteriore fattore di disturbo alla “leggibilità” del danneggiamento deriva dal contesto sismico locale del decennio 1940-1950, caratterizzato da diversi eventi (anche di un certo rilievo ma non tutti registrati nei cataloghi parametrici), che contribuirono a offuscare il quadro complessivo degli effetti e la memoria storica dei testimoni locali (cfr. Tertulliani et al., 2006; 2008). I precedenti studi del terremoto del 3 ottobre 1943 (Raccichini, 1984; Raccichini et al., 1985; Boschi et al. 1997; Boschi et al. 2000; Guidoboni et al, 2007) facevano riferimento a una base documentale meno ampia di quella resa disponibile – negli ultimi anni – a seguito del versamento agli Archivi di Stato di cospicui fondi archivistici provenienti dalle sedi provinciali del Genio Civile, da Prefetture e da altre figure istituzionali (Regione Marche). A queste “nuove” fonti abbiamo fatto riferimento per approfondire la conoscenza del terremoto del 3 ottobre 1943, attraverso spogli sistematici e ancora in corso. In questa sede presentiamo uno stato di avanzamento dei lavori, con particolare riferimento al miglioramento quantitativo delle conoscenze (dati macrosismici di base) e ad alcune ipotesi preliminari per una ridefinizione dello scenario di danneggiamento. Per quanto ancora ben lungi dal poter proporre conclusioni definitive, i risultati ottenuti ci permettono di confidare nella possibilità di chiarire il ruolo di un evento sinora poco caratterizzato dal punto di vista sismogenetico (soprattutto in chiave di interpretazione sismotettonica, con inevitabili ricadute sugli studi di pericolosità sismica del territorio) e dal punto di vista storico-sociale, con la ricostruzione di un contesto di riferimento tanto vicino quanto poco noto e il recupero di importanti porzioni della memoria storica locale. Bibliografia Boschi E., Guidoboni E., Ferrari G., Valensise G. e Gasperini P., edd.; 1997: Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980, voll. 2. ING-SGA, Bologna, 644 pp. http://storing.ingv.it/cft/ Boschi E., Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Valensise G. and Gasperini P. edd.; 2000: Catalogue of Strong Italian Earthquakes from 461 B.C. to 1980. Ann. Geofis., 43, 609-868. http://storing.ingv.it/cft/ CPTI Working Group; 2004: Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (versione 2004, CPTI04), Internet website INGV Sezione di Milano. http://emidius.mi.ingv.it/CPTI/ Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G. and Valensise G.; 2007. Catalogo dei forti terremoti 461 a.C.-1997. http://storing.ingv.it/cfti4med/ Raccichini S.; 1984: Considerazioni sul terremoto del 3 ottobre 1943 nel Piceno. Proposte e ricerche, 13, 96-100. Raccichini S., Stucchi M. and Calza W.; 1985: The Castignano Earthquake of October 3, 1943. In: Postpischl D., ed.; Atlas of isoseismal maps of Italian earthquakes. CNR-PFG, Quaderni de «La ricerca scientifica», 114, 2A, 144-145. Tertulliani A., Galadini F., Mastino F., Rossi A. e Vecchi M. ;2006: Studio macrosismico del terremoto del Gran Sasso del 5 settembre 1950, Il Quaternario, 19(2), 195 – 214. Tertulliani A., Rossi A., Castelli V., Vecchi M., Gottardi F.; 2007:Terremoti dimenticati o poco noti delle Marche meridionali: primi risultati di uno studio della finestra cronologica 1941-1943, 260 GNGTS, Roma. Tertulliani A., Rossi A., Castelli V., Vecchi M., Gottardi F.; 2008: Terremoti “dispersi” al confine tra Marche, Umbria e Lazio nel 1941-1943, Quaderni di Geofisica, 58.6194 238 - PublicationOpen AccessNautilus: Biblioteca Scientifica Ragazzi(INGV, 2006)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; Tutti a bordo! Si parte per un viaggio fantastico sul Nautilus, il sottomarino del Capitano Nemo che dà il nome alla biblioteca scientifica ragazzi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Genitori, insegnanti e giovani lettori, navigheranno in un "mare" di libri e approderanno a una selezione di proposte di lettura che spiegano come sono fatti, come funzionano e come si trasformano il nostro pianeta e la sua atmosfera.80 44