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    Analisi del campo di deformazione superficiale della Regione Campania da dati SAR (PS-InSAR)
    (2008-10-21) ; ; ; ; ; ; ;
    Vilardo, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione OV, Napoli, Italia
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    Terranova, C.; MATT-PODIS
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    Matano, F.; MATT-PODIS
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    Nardò, S.; MATT-PODIS
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    Iuliano, S.; MATT-PODIS
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    Piscitelli, E.; MATT-PODIS
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    Ventura, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia
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    Il lavoro presenta un’applicazione della tecnica dei diffusori permanenti (Permanent Scatterers) finalizzata alla caratterizzazione del campo di deformazione superficiale della Regione Campania. Per effettuare l’analisi sono state processate, tramite la tecnica PS-InSARTM, 1078 scene SAR ERS1 ed ERS2 relative al periodo giugno 1992 - gennaio 2001. Sulla base della velocità media annua di spostamento di 1.691.740 PS con coerenza maggiore di 0.65 sono state prodotte mappe di velocità media di deformazione mediante l’utilizzo di una procedura articolata nei seguenti punti: a) filtraggio dei dati effettuato sulla base dei valori di coerenza; b) produzione di mappe di velocità media di deformazione in coordinate SAR; c) generazione di mappe di velocità media di deformazione secondo le componenti verticale ed Est-Ovest; d) validazione di risultati mediante confronto con dati prodotti con differenti metodiche d’indagine. L’analisi dei risultati ottenuti ha consentito di identificare aree caratterizzate da distinti stili deformativi. Aree in subsidenza sono risultate essere, per il periodo di interesse, oltre all’area vulcanica dei Campi Flegrei, le aree costiere dei bacini dei fiumi Volturno e Sele ed il settore centrale dell’isola d’Ischia. Aree con significativi valori di sollevamento sono localizzate nel settore settentrionale del Monte Somma, nel settore centrale della Piana Campana, nel Sannio e nel Cilento. Significativi valori di velocità di spostamento in direzione EW si riscontrano, oltre che nell’area dei Campi Flegrei, nel settore appenninico del bacino del Sele e nell’area interposta tra il Somma-Vesuvio e la catena appenninica. Il quadro deformativo globale risulta essere caratterizzato da un andamento complesso, governato da una molteplicità di processi di differente natura (tettonici, vulcano-tettonici, esogeni ed antropici).
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