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Attività sismica recente in Calabria Centro-Meridionale
Editor(s)
Language
Italian
Obiettivo Specifico
2T. Tettonica attiva
Status
Published
Refereed
No
Title of the book
Issued date
2006
Keywords
Abstract
Una delle attività di maggiore rilevanza
in sismologia è rappresentata dall’impiego di
tecniche di monitoraggio strumentale della
microsismicità ai fini dell’individuazione e
caratterizzazione delle faglie sismicamente
attive. I dati sperimentali raccolti in questo modo, costituiti dai sismogrammi, trovano infatti diverse utilizzazioni: le onde sismiche rappresentano gli agenti più efficaci nel trasportare fino alla superficie informazioni relative alle caratteristiche fisiche ed alla geometria dei materiali attraversati durante il
proprio percorso ed agli sforzi esistenti al loro interno.
Tali attività rivestono particolare rilievo
nelle aree come la Calabria e le regioni
circostanti per motivazioni di almeno due
diversi tipi.
La Calabria, come tutta l’Italia peninsulare è ancora sede di un’intensa attività geodinamica in cui le interazioni tra
corpi geologici a contatto sono caratterizzate da sovrascorrimenti piuttosto che da scivolamenti laterali: ne consegue che, contrariamente a quanto avviene in regioni come la California, le superficie lungo le quali possono generarsi i terremoti
difficilmente intersecano la superficie esterna della Terra o, quando anche questo avviene, le loro tracce vengono rapidamente obliterate dal riaggiustamento dei materiali superficiali, relativamente plastici. Risulta quindi problematico definire le relazioni eventualmente esistenti tra le strutture superficiali rilevabili con l’osservazione diretta mediante l’impiego delle tecniche tipiche del rilevamento geologico e le strutture sismogenetiche profonde evidenziate dalle osservazioni strumentali.
D’altro canto, è noto come la storia
dell’Italia Meridionale sia ricca di eventi
sismici catastrofici: gli ultimi grandi terremoti che hanno interessato Calabria e Sicilia sono quelli del 1905 e del 1908, verificatisi quando l’arte di registrare i terremoti era ancora ai suoi albori. Mancano quindi informazioni strumentali dalle quali si possano evincere direttamente informazioni sufficientemente
attendibili sulla localizzazione delle sorgenti dotate di più elevato potenziale
sismogenetico. È opportuno a questo punto
osservare che solo negli anni a cavallo del
1980 è cominciato in Calabria, come nel resto
dell’Italia, lo sviluppo delle osservazioni
sismiche strumentali moderne, con
l’installazione di reti “regionali” e con lo
straordinario potenziamento della Rete
Sismica Centralizzata dell’Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia.
in sismologia è rappresentata dall’impiego di
tecniche di monitoraggio strumentale della
microsismicità ai fini dell’individuazione e
caratterizzazione delle faglie sismicamente
attive. I dati sperimentali raccolti in questo modo, costituiti dai sismogrammi, trovano infatti diverse utilizzazioni: le onde sismiche rappresentano gli agenti più efficaci nel trasportare fino alla superficie informazioni relative alle caratteristiche fisiche ed alla geometria dei materiali attraversati durante il
proprio percorso ed agli sforzi esistenti al loro interno.
Tali attività rivestono particolare rilievo
nelle aree come la Calabria e le regioni
circostanti per motivazioni di almeno due
diversi tipi.
La Calabria, come tutta l’Italia peninsulare è ancora sede di un’intensa attività geodinamica in cui le interazioni tra
corpi geologici a contatto sono caratterizzate da sovrascorrimenti piuttosto che da scivolamenti laterali: ne consegue che, contrariamente a quanto avviene in regioni come la California, le superficie lungo le quali possono generarsi i terremoti
difficilmente intersecano la superficie esterna della Terra o, quando anche questo avviene, le loro tracce vengono rapidamente obliterate dal riaggiustamento dei materiali superficiali, relativamente plastici. Risulta quindi problematico definire le relazioni eventualmente esistenti tra le strutture superficiali rilevabili con l’osservazione diretta mediante l’impiego delle tecniche tipiche del rilevamento geologico e le strutture sismogenetiche profonde evidenziate dalle osservazioni strumentali.
D’altro canto, è noto come la storia
dell’Italia Meridionale sia ricca di eventi
sismici catastrofici: gli ultimi grandi terremoti che hanno interessato Calabria e Sicilia sono quelli del 1905 e del 1908, verificatisi quando l’arte di registrare i terremoti era ancora ai suoi albori. Mancano quindi informazioni strumentali dalle quali si possano evincere direttamente informazioni sufficientemente
attendibili sulla localizzazione delle sorgenti dotate di più elevato potenziale
sismogenetico. È opportuno a questo punto
osservare che solo negli anni a cavallo del
1980 è cominciato in Calabria, come nel resto
dell’Italia, lo sviluppo delle osservazioni
sismiche strumentali moderne, con
l’installazione di reti “regionali” e con lo
straordinario potenziamento della Rete
Sismica Centralizzata dell’Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia.
Type
book chapter
File(s)
No Thumbnail Available
Name
Guerra et al 2006.pdf
Size
2.93 MB
Format
Adobe PDF
Checksum (MD5)
7c2347905cba98ab5c839451a07ca35f