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Analisi dei fenomeni franosi di crollo e del danneggiamento agli edifici indotti dalla sequenza sismica dell'Umbria - Marche (settembre - ottobre 1997)
Institution
Università degli Studi di Milano - Bicocca
Language
Italian
Obiettivo Specifico
4.1. Metodologie sismologiche per l'ingegneria sismica
4.4. Scenari e mitigazione del rischio ambientale
Status
Published
Issued date
March 20, 2001
Theses type
Laurea
Abstract
Lo studio dei fenomeni franosi avvenuti a seguito della scossa del 14 ottobre 1997 si è
conclusa con la produzione di una mappa della suscettibilità alle frane di crollo. Il metodo
condotto non era mai stato applicato a questo tipo di frane in Italia, sia perché la tecnologia
informatica non era ancora adatta ad elaborare dati georeferenziati e quindi si potevano solo
fornire indicazioni qualitative (vedi caso del Friuli) ed inoltre non erano disponibili banche
dati sufficienti sugli effetti indotti dai terremoti passati. La mappa prodotta ha il limite di riferirsi ad un terremoto specifico, ossia con una
sorgente sismica ed una magnitudo ben definite. La mappa riguarda quindi un solo evento,
in quanto modificando i due dati suddetti è possibile creare scenari diversi, anche in zone
diverse da quella studiata.
Il lavoro svolto ha evidenziato innanzitutto l'importanza della raccolta dei dati, in quanto
disponendo di informazioni dettagliate riferite al territorio è possibile in breve tempo, con
l'utilizzo dei SIT, redarre una mappa come quella del presente studio. Fondamentale è il
modello digitale del terreno da cui sono state ricavate le pendenze, fortemente correlate alle
frane, ma anche i dati sismici; infatti invece della legge proposta si potrebbe applicare ad
esempio una legge di attenuazione migliore, oppure considerare un parametro sismico che
rappresenti meglio il terremoto.
In ogni caso, lo studio proposto ha evidenziato come le frane di crollo siano ben correlate a
certi parametri; questo, in un'ottica di gestione e pianificazione del territorio, pone l'accento
sulla prevedibilità di questo tipo di frane. Infatti non è solo necessario prevedere un
terremoto nello spazio e nel tempo, ma anche gli effetti che un terremoto può causare, in
modo da poter ridurre i rischi per l'uomo. L'analisi relativa al danneggiamento degli edifici ha prodotto vari risultati. In primo luogo è
stato possibile, in un tempo relativamente breve (pochi mesi), redarre le mappe del
danneggiamento relativo all'intera area colpita dal sisma. Il metodo proposto possiede la
caratteristica di valutare il danneggiamento omogeneamente sul territorio, considerando
poche e distinte classi di danno, facilmente individuali per fotointerpretazione. Il materiale
necessario è rappresentato dalle foto aeree di un volo effettuato appena dopo l'evento e dai
dati ISTAT relativi agli edifici residenziali. Anche se non si possono fornire dei valori
quantitativi precisi, in quanto si sottostimano i danni minori, i risultati dello studio possono
essere comunque utilizzati per individuare le priorità di intervento e valutare una prima
assegnazione dei finanziamenti per la ricostruzione.
conclusa con la produzione di una mappa della suscettibilità alle frane di crollo. Il metodo
condotto non era mai stato applicato a questo tipo di frane in Italia, sia perché la tecnologia
informatica non era ancora adatta ad elaborare dati georeferenziati e quindi si potevano solo
fornire indicazioni qualitative (vedi caso del Friuli) ed inoltre non erano disponibili banche
dati sufficienti sugli effetti indotti dai terremoti passati. La mappa prodotta ha il limite di riferirsi ad un terremoto specifico, ossia con una
sorgente sismica ed una magnitudo ben definite. La mappa riguarda quindi un solo evento,
in quanto modificando i due dati suddetti è possibile creare scenari diversi, anche in zone
diverse da quella studiata.
Il lavoro svolto ha evidenziato innanzitutto l'importanza della raccolta dei dati, in quanto
disponendo di informazioni dettagliate riferite al territorio è possibile in breve tempo, con
l'utilizzo dei SIT, redarre una mappa come quella del presente studio. Fondamentale è il
modello digitale del terreno da cui sono state ricavate le pendenze, fortemente correlate alle
frane, ma anche i dati sismici; infatti invece della legge proposta si potrebbe applicare ad
esempio una legge di attenuazione migliore, oppure considerare un parametro sismico che
rappresenti meglio il terremoto.
In ogni caso, lo studio proposto ha evidenziato come le frane di crollo siano ben correlate a
certi parametri; questo, in un'ottica di gestione e pianificazione del territorio, pone l'accento
sulla prevedibilità di questo tipo di frane. Infatti non è solo necessario prevedere un
terremoto nello spazio e nel tempo, ma anche gli effetti che un terremoto può causare, in
modo da poter ridurre i rischi per l'uomo. L'analisi relativa al danneggiamento degli edifici ha prodotto vari risultati. In primo luogo è
stato possibile, in un tempo relativamente breve (pochi mesi), redarre le mappe del
danneggiamento relativo all'intera area colpita dal sisma. Il metodo proposto possiede la
caratteristica di valutare il danneggiamento omogeneamente sul territorio, considerando
poche e distinte classi di danno, facilmente individuali per fotointerpretazione. Il materiale
necessario è rappresentato dalle foto aeree di un volo effettuato appena dopo l'evento e dai
dati ISTAT relativi agli edifici residenziali. Anche se non si possono fornire dei valori
quantitativi precisi, in quanto si sottostimano i danni minori, i risultati dello studio possono
essere comunque utilizzati per individuare le priorità di intervento e valutare una prima
assegnazione dei finanziamenti per la ricostruzione.
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Type
thesis
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