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Le fasi di colluviamento tardoantiche nel Piano della Civita e la fine della frequentazione dell'abitato di Alba Fucens. Atti del Convegno in memoria di Joseph Mertens.
Author(s)
Language
Italian
Obiettivo Specifico
3.10. Storia ed archeologia applicate alle Scienze della Terra
Status
Not submitted
Title of the book
JCR Journal
N/A or not JCR
Issued date
2012
Abstract
L’evidenza di abbandono di un abitato antico successivamente ad un forte terremoto porta
logicamente ad ipotizzare una relazione diretta tra i due eventi. Ciò vale tanto più in riferimento
all’età tarda, considerando che la catastrofe naturale potrebbe inserirsi in un quadro di decadenza
preesistente dell’insediamento. Un’ipotesi come questa potrebbe toccare Alba Fucens, ove sono
chiare e numerose le evidenze del terremoto tardoantico e ancora più chiaro è il fatto che
l’insediamento, a un certo punto della sua storia e successivamente al terremoto, fu abbandonato.
Tuttavia, su un piano generale, è opportuno sottolineare che la tesi secondo cui l’abbandono di un
abitato antico sia da riferirsi esclusivamente a un forte terremoto deve essere sottoposta ad analisi di
più ampia prospettiva. Queste devono coinvolgere aspetti difficilmente quantificabili, come gli
effetti sulla popolazione del venir meno del tessuto urbanistico ed edilizio o – in senso ancora più
ampio – la risposta delle società antiche alle ovvie ricadute economiche a scala locale o al
cambiamento del tessuto relazionale con il territorio pure sinistrato.
Le informazioni archeologiche relative ad Alba Fucens sembrano alimentare l’ipotesi della
continuità abitativa su un ampio arco cronologico plurisecolare che include il momento dell’evento
sismico, secondo il modello generale dello sviluppo “verticale”, in situ, degli abitati antichi
periodicamente afflitti dalle conseguenze dei terremoti distruttivi, suggerito – a esempio – nel
lavoro di Ambraseys (2005). In effetti, già Mertens (1991) citò le evidenze stratigrafiche di una
continuità della vita nell’abitato di Alba colpito dal terremoto1, seppure con modalità precarie. Tali
evidenze possono essere affiancate i) alle tracce di continuità abitativa tra Tarda Antichità e Alto
Medioevo discusse nei più recenti lavori di Redi (2001) e Tulipani (2006) e ii) al ritrovamento di
resti di strutture abitative tarde o altomedievali nel piazzale antistante il santuario di Ercole nelle
ultime campagne di scavo (2008-2009). Sono altresì compatibili con la fonte che cita
l’accampamento di militari bizantini durante la guerra gotica (Procopio, Bell. Goth., II, 7). Tutte
1 - Tale evento sismico è attributo da Mertens (1991) al IV secolo d.C.; in precedenza, l’autore (Mertens, 1981) aveva
riferito di “catastrofi che si abbatterono sulla città alla fine del IV e nel corso del V secolo”. Il terremoto è invece
attribuito al V-VI secolo da Galadini (2006) e Galadini et al. (2010).
2
evidenze e vicende apparentemente successive al terremoto distruttivo. Sembra pertanto chiaro che
le ragioni dell’abbandono definitivo e completo dell’abitato storico non siano da riferirsi soltanto
agli effetti – diretti e forse nemmeno indotti e di lungo periodo – dell’evento sismico tardoantico.
In questo articolo, dopo una breve sintesi sullo stato delle conoscenze relative al terremoto che nella
Tarda Antichità colpì Alba Fucens, si fornirà un’interpretazione sull’origine dei sedimenti che
ricoprivano i resti archeologici prima delle attività di scavo. Tali successioni, risultanti dai processi
sedimentari naturali e culturali che hanno interessato l’area dell’abitato antico, saranno descritte in
dettaglio nell’Appendice 1. Nella prospettiva di questa analisi, sembra utile segnalare che, dal punto
di vista geomorfologico, il Piano della Civita – area che ospita i resti attualmente visibili della città
– si deve considerare come una sorta di piccolo bacino, cioè come un’entità fisiografica
naturalmente predisposta alla sedimentazione, in funzione delle condizioni al contorno,
rappresentate sostanzialmente dalla stabilità dei versanti adiacenti. L’interpretazione in termini di
modalità deposizionale delle varie unità stratigrafiche che riempivano il Piano della Civita e la
definizione dell’età della sedimentazione forniranno spunti per meglio definire la storia ambientale
del sito e i suoi effetti sull’insediamento di Alba Fucens.
logicamente ad ipotizzare una relazione diretta tra i due eventi. Ciò vale tanto più in riferimento
all’età tarda, considerando che la catastrofe naturale potrebbe inserirsi in un quadro di decadenza
preesistente dell’insediamento. Un’ipotesi come questa potrebbe toccare Alba Fucens, ove sono
chiare e numerose le evidenze del terremoto tardoantico e ancora più chiaro è il fatto che
l’insediamento, a un certo punto della sua storia e successivamente al terremoto, fu abbandonato.
Tuttavia, su un piano generale, è opportuno sottolineare che la tesi secondo cui l’abbandono di un
abitato antico sia da riferirsi esclusivamente a un forte terremoto deve essere sottoposta ad analisi di
più ampia prospettiva. Queste devono coinvolgere aspetti difficilmente quantificabili, come gli
effetti sulla popolazione del venir meno del tessuto urbanistico ed edilizio o – in senso ancora più
ampio – la risposta delle società antiche alle ovvie ricadute economiche a scala locale o al
cambiamento del tessuto relazionale con il territorio pure sinistrato.
Le informazioni archeologiche relative ad Alba Fucens sembrano alimentare l’ipotesi della
continuità abitativa su un ampio arco cronologico plurisecolare che include il momento dell’evento
sismico, secondo il modello generale dello sviluppo “verticale”, in situ, degli abitati antichi
periodicamente afflitti dalle conseguenze dei terremoti distruttivi, suggerito – a esempio – nel
lavoro di Ambraseys (2005). In effetti, già Mertens (1991) citò le evidenze stratigrafiche di una
continuità della vita nell’abitato di Alba colpito dal terremoto1, seppure con modalità precarie. Tali
evidenze possono essere affiancate i) alle tracce di continuità abitativa tra Tarda Antichità e Alto
Medioevo discusse nei più recenti lavori di Redi (2001) e Tulipani (2006) e ii) al ritrovamento di
resti di strutture abitative tarde o altomedievali nel piazzale antistante il santuario di Ercole nelle
ultime campagne di scavo (2008-2009). Sono altresì compatibili con la fonte che cita
l’accampamento di militari bizantini durante la guerra gotica (Procopio, Bell. Goth., II, 7). Tutte
1 - Tale evento sismico è attributo da Mertens (1991) al IV secolo d.C.; in precedenza, l’autore (Mertens, 1981) aveva
riferito di “catastrofi che si abbatterono sulla città alla fine del IV e nel corso del V secolo”. Il terremoto è invece
attribuito al V-VI secolo da Galadini (2006) e Galadini et al. (2010).
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evidenze e vicende apparentemente successive al terremoto distruttivo. Sembra pertanto chiaro che
le ragioni dell’abbandono definitivo e completo dell’abitato storico non siano da riferirsi soltanto
agli effetti – diretti e forse nemmeno indotti e di lungo periodo – dell’evento sismico tardoantico.
In questo articolo, dopo una breve sintesi sullo stato delle conoscenze relative al terremoto che nella
Tarda Antichità colpì Alba Fucens, si fornirà un’interpretazione sull’origine dei sedimenti che
ricoprivano i resti archeologici prima delle attività di scavo. Tali successioni, risultanti dai processi
sedimentari naturali e culturali che hanno interessato l’area dell’abitato antico, saranno descritte in
dettaglio nell’Appendice 1. Nella prospettiva di questa analisi, sembra utile segnalare che, dal punto
di vista geomorfologico, il Piano della Civita – area che ospita i resti attualmente visibili della città
– si deve considerare come una sorta di piccolo bacino, cioè come un’entità fisiografica
naturalmente predisposta alla sedimentazione, in funzione delle condizioni al contorno,
rappresentate sostanzialmente dalla stabilità dei versanti adiacenti. L’interpretazione in termini di
modalità deposizionale delle varie unità stratigrafiche che riempivano il Piano della Civita e la
definizione dell’età della sedimentazione forniranno spunti per meglio definire la storia ambientale
del sito e i suoi effetti sull’insediamento di Alba Fucens.
Type
manuscript
File(s)
No Thumbnail Available
Name
Galadini_et_al_2011[1].pdf
Size
1.9 MB
Format
Adobe PDF
Checksum (MD5)
01046d681175deb30065955f85fa4e7d