Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/7374
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dc.contributor.authorallTertulliani, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italiaen
dc.contributor.authorallRossi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italiaen
dc.contributor.authorallCastelli, V.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italiaen
dc.contributor.authorallMeletti, C.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Pisa, Pisa, Italiaen
dc.contributor.authorallD'Amico, V.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Pisa, Pisa, Italiaen
dc.date.accessioned2012-01-18T08:06:48Zen
dc.date.available2012-01-18T08:06:48Zen
dc.date.issued2011-11-14en
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2122/7374en
dc.description.abstractDa un trentennio a questa parte il 9 settembre 1349 è segnalato nei cataloghi sismici nazionali come il giorno in cui si è verificata la più alta concentrazione di terremoti disastrosi di tutta la storia italiana. Le successive revisioni cui sono stati sottoposti i cataloghi non hanno scalfito la antica convinzione, già formulata dalle cronache tardo-medievali e ripresa dai repertori sismologici successivi, che quel famigerato 9 settembre sia stato un giorno orribile all’interno di un periodo ancora peggiore. Come risulta dai diversi records dei cataloghi e a seconda degli studi e delle combinazioni dei vari piani quotati, il 9 settembre 1349, dovrebbero essersi verificati da un minimo di due a un massimo di quattro forti terremoti, di intensità compresa tra l’VIII-IX e il X-XI grado MCS, e magnitudo che oscillano tra 6.3 e 7.2 a seconda delle compilazioni, in un’area che va dall’alto Lazio al Molise. L’accadimento di forti eventi a breve distanza cronologica l’uno dall’altro non è un’ipotesi inverosimile, come dimostrano i casi delle sequenze del 1703 (App. Centrale), 1783 (Calabria) e 1997 (Umbria-Marche). In genere però la possibilità che ciò avvenga è maggiore se gli eventi in questione coinvolgono aree sismotettonicamente vicine. Il caso della sequenza del 1349, che coinvolge aree molto lontane tra loro è più unico che raro. Il dubbio nel sismologo sorge quindi quasi spontaneo: di quanti eventi si tratta?, Quanto grandi? Dove?en
dc.language.isoItalianen
dc.publisher.nameGNGTSen
dc.relation.ispartofGNGTS 30en
dc.subject1349en
dc.subjectterremotien
dc.subjectsismologia storicaen
dc.subjectfontien
dc.titleSpunti e contrappunti di sismologia storica: 1349 annus horribilisen
dc.typeConference paperen
dc.description.statusUnpublisheden
dc.subject.INGV04. Solid Earth::04.06. Seismology::04.06.05. Historical seismologyen
dc.description.ConferenceLocationTriesteen
dc.relation.referencesGalli P.A.C., Naso J.A.; 2009: Unmasking the 1349 earthquake source (southern Italy): paleoseismological and archaeseismological indications from the Aquae Iuliae fault, J. Struct. Geol., 31, 128-149, doi:10.1016/j.jsg.2008.09.007 Stucchi et alii.; 2007: DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04. http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/ Quaderni di Geofisica, Vol 49, pp.38.en
dc.description.obiettivoSpecifico3.10. Storia ed archeologia applicate alle Scienze della Terraen
dc.description.fulltextopenen
dc.contributor.authorTertulliani, A.en
dc.contributor.authorRossi, A.en
dc.contributor.authorCastelli, V.en
dc.contributor.authorMeletti, C.en
dc.contributor.authorD'Amico, V.en
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italiaen
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione ONT, Roma, Italiaen
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Bologna, Bologna, Italiaen
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Pisa, Pisa, Italiaen
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Pisa, Pisa, Italiaen
item.openairetypeConference paper-
item.cerifentitytypePublications-
item.languageiso639-1it-
item.grantfulltextopen-
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf-
item.fulltextWith Fulltext-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Roma1, Roma, Italia-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione ONT, Roma, Italia-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Bologna, Bologna, Italia-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Pisa, Pisa, Italia-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione Pisa, Pisa, Italia-
crisitem.author.orcid0000-0002-3746-0858-
crisitem.author.orcid0000-0002-1703-9003-
crisitem.author.orcid0000-0002-4949-3964-
crisitem.author.orcid0000-0003-2571-8345-
crisitem.author.orcid0000-0002-6133-6750-
crisitem.author.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.author.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.author.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.author.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
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crisitem.classification.parent04. Solid Earth-
crisitem.department.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
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