Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/5243
DC FieldValueLanguage
dc.contributor.authorallFlorindo, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italiaen
dc.contributor.authorallBoschi, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione AC, Roma, Italiaen
dc.date.accessioned2009-11-11T13:13:38Zen
dc.date.available2009-11-11T13:13:38Zen
dc.date.issued2009-07en
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2122/5243en
dc.description.abstractNegli ultimi anni il problema del riscaldamento globale del nostro pianeta (global warming) e del contributo della civiltà moderna all’incremento dei livelli di gas serra ha assunto sempre più rilevanza nell’ambito della comunità scientifica e politica. Nel corso del XX secolo il riscaldamento medio globale è stato di 0.7°C e una delle ultime proiezioni attuate dal Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Ipcc-2007) indica che entro il 2100 la temperatura sarà simile o superiore a quella presente sulla Terra 40 milioni di anni fa, quando la calotta glaciale che ricopre l’Antartide non era ancora formata. Questo continente, ancora oggi quasi inesplorato, ha una estensione di 13.8 milioni di km2 (una volta e mezza l’Europa) ed è ricoperto per circa il 98% da una calotta di ghiaccio che ha uno spessore medio di 2500 metri; una massa la cui completa fusione causerebbe una risalita del livello medio degli oceani di circa 66 metri. In questi decenni di profondi mutamenti climatici, l’Antartide ha funzionato come un dissipatore per la febbre del nostro pianeta. Ciononostante, gli effetti del riscaldamento globale non hanno tardato a farsi sentire anche in questo continente remoto interessando soprattutto la regione della Penisola Antartica (Antartide occidentale). Nell’ultima decade due enormi piattaforme di ghiaccio si sono disintegrate in pochissimi giorni: nel 2002 il Larsen B con 570 km quadrati di estensione e 220 m di spessore e nel 2008 la piattaforma di Wilkins con 3250 km quadrati di estensione ed uno spessore di circa 200 m. Per comprendere meglio i rapporti esistenti tra le variazioni globali del clima e la dinamica della calotta Antartica diventa strategico studiare l’evoluzione climatica di questo continente nel passato geologico a partire dalle prime fasi di sviluppo della glaciazione continentale. Molte delle informazioni che abbiamo oggi sull’evoluzione paleoclimatica dell’Antartide derivano da osservazioni indirette ottenute alle medie e basse latitudini utilizzando opportuni indicatori denominati proxy paleoclimatici (ad esempio, il rapporto tra le concentrazioni degli isotopi stabili dell’ossigeno presenti nei gusci calcarei di microrganismi marini). Se vogliamo invece acquisire informazioni più dettagliate sul passato climatico del continente antartico dobbiamo, necessariamente, attingere a dati più diretti. Essi sono contenuti nei due archivi naturali che da milioni di anni stanno registrando i cambiamenti climatici in Antartide: i sedimenti e il ghiaccio. L’unico modo per accedere a questi archivi di inestimabile valore scientifico è quello di ricorrere alla campionatura mediante l’ausilio di perforazioni profonde.en
dc.language.isoItalianen
dc.publisher.nameEditoriale Darwin S.r.l.en
dc.relation.ispartofDarwinen
dc.relation.ispartofseries/ 32 (2009)en
dc.subjectAntartideen
dc.subjectGlobal Warningen
dc.subjectANDRILLen
dc.titleIl collasso dell'Antartideen
dc.title.alternativeUna forte diminuzione della calotta di ghiaccio nel Pliocene aiuta a costruire modelli per i cambiamenti climatici di questo secoloen
dc.typearticleen
dc.description.statusPublisheden
dc.type.QualityControlPeer-revieweden
dc.description.pagenumber52-57en
dc.subject.INGV03. Hydrosphere::03.01. General::03.01.06. Paleoceanography and paleoclimatologyen
dc.relation.referencesFlorindo, F., & M.J. Siegert. Antarctic Climate Evolution. Developments in Earth and Environmental Sciences, Elsevier, Vol 8, 606 pp. Huybrechts P., Global change: West-side story of Antarctic ice. Nature 458, 19 March 2009. IPCC, The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Fourth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change (eds Solomon, S. et al.) 707–709 (Cambridge Univ. Press, 2007). T. Naish et al. Obliquity-paced Pliocene West Antarctic ice sheet oscillations. Nature, 458, 19 March 2009. Pollard D. & R.M. DeConto, Modelling West Antarctic ice sheet growth and collapse through the past !ve million years. Nature 458, 19 March 2009.en
dc.description.obiettivoSpecifico1.8. Osservazioni di geofisica ambientaleen
dc.description.obiettivoSpecifico2.2. Laboratorio di paleomagnetismoen
dc.description.obiettivoSpecifico3.8. Geofisica per l'ambienteen
dc.description.journalTypeN/A or not JCRen
dc.description.fulltextopenen
dc.contributor.authorFlorindo, F.en
dc.contributor.authorBoschi, E.en
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma2, Roma, Italiaen
dc.contributor.departmentIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione AC, Roma, Italiaen
item.openairetypearticle-
item.cerifentitytypePublications-
item.languageiso639-1it-
item.grantfulltextopen-
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf-
item.fulltextWith Fulltext-
crisitem.author.deptIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Sezione AC, Roma, Italia-
crisitem.author.orcid0000-0002-6058-9748-
crisitem.author.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.classification.parent03. Hydrosphere-
crisitem.department.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
crisitem.department.parentorgIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-
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