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RELAZIONI TRA FLUIDI CIRCOLANTI E TETTONICA ATTIVA NEL SETTORE MERIDIONALE DELL’ARCO CALABRO: UNO STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE DEI PROCESSI SISMOGENETICI
Author(s)
Type
Extended abstract
Language
Italian
Obiettivo Specifico
3.2. Tettonica attiva
Status
Published
Issued date
December 10, 2008
Conference Location
Reggio Calabria
Keywords
Abstract
Le metodologie di indagine geochimica
applicate ad un’ampia porzione
dell’Appennino meridionale, esteso dalla
Calabria settentrionale ai Monti Nebrodi,
nell’ambito del progetto INGV-DPC S2,
hanno consentito di valutare le caratteristiche
dei fluidi emessi in coincidenza di importanti
lineamenti strutturali, permettendo di
evidenziare le relazioni intercorrenti tra
l’assetto tettonico e la genesi, la circolazione
ed il comportamento dei fluidi circolanti.
L’area di studio rappresenta la porzione più
meridionale dell’Arco Calabro, il cui stile
deformativo dominante dal Pleistocene
medio all’attuale, è caratterizzato da una
estensione ESE-WNW.
Nella Sicilia nord-orientale, le faglie
neotettoniche dislocano i livelli crostali più
superficiali e si dispongono secondo
direzioni preferenziali orientati circa NW-SE
con meccanismi deformativi a componente
trascorrente ed estensionale e N-S/NE-SO
con meccanismi deformativi trascorrenti, a
tratti con componente compressiva. Le
strutture crostali radicate sono rappresentate
dal sistema “Patti-Eolie”, che si connette a
terra con il sistema “Tindari-Letojanni” e dal
“sistema di Messina”. Il primo mostra, anche
a livello sismologico, caratteri deformativi
transtensivi; nel secondo sistema,
caratterizzato da faglie a prevalente
componente distensiva del rigetto la catena
presenta un tasso di sollevamento recente
non uniforme, con valori massimi lungo la
costa messinese ionica e tassi minori lungo
quella tirrenica.
L’esistenza di fenomeni attivi di
sollevamento regionale è dimostrato da
alcune evidenze, come la presenza di argille
marine quaternarie affioranti diverse
centinaia di metri al di sopra del livello del mare nonché di piattaforme di abrasione
tirreniane ben sviluppate ad una altitudine di
circa 130 m. nei pressi di Taormina e sul
versante calabrese dello stretto di Messina.
La struttura tettonica più importante che
interseca il sistema Ibleo-Maltese è costituito
dal sistema di faglie di Messina, orientato
NNE-NNW. Il terremoto di Messina del
1908 è stato attribuito ad una “faglia cieca”
nell’area di Messina.
Lungo le principali strutture tettoniche, sono
presenti attività idrotermali e di
degassamento note da tempi storici, che dal
punto di vista geochimico mostrano
caratteristiche molto diverse in funzione
della loro ubicazione.
applicate ad un’ampia porzione
dell’Appennino meridionale, esteso dalla
Calabria settentrionale ai Monti Nebrodi,
nell’ambito del progetto INGV-DPC S2,
hanno consentito di valutare le caratteristiche
dei fluidi emessi in coincidenza di importanti
lineamenti strutturali, permettendo di
evidenziare le relazioni intercorrenti tra
l’assetto tettonico e la genesi, la circolazione
ed il comportamento dei fluidi circolanti.
L’area di studio rappresenta la porzione più
meridionale dell’Arco Calabro, il cui stile
deformativo dominante dal Pleistocene
medio all’attuale, è caratterizzato da una
estensione ESE-WNW.
Nella Sicilia nord-orientale, le faglie
neotettoniche dislocano i livelli crostali più
superficiali e si dispongono secondo
direzioni preferenziali orientati circa NW-SE
con meccanismi deformativi a componente
trascorrente ed estensionale e N-S/NE-SO
con meccanismi deformativi trascorrenti, a
tratti con componente compressiva. Le
strutture crostali radicate sono rappresentate
dal sistema “Patti-Eolie”, che si connette a
terra con il sistema “Tindari-Letojanni” e dal
“sistema di Messina”. Il primo mostra, anche
a livello sismologico, caratteri deformativi
transtensivi; nel secondo sistema,
caratterizzato da faglie a prevalente
componente distensiva del rigetto la catena
presenta un tasso di sollevamento recente
non uniforme, con valori massimi lungo la
costa messinese ionica e tassi minori lungo
quella tirrenica.
L’esistenza di fenomeni attivi di
sollevamento regionale è dimostrato da
alcune evidenze, come la presenza di argille
marine quaternarie affioranti diverse
centinaia di metri al di sopra del livello del mare nonché di piattaforme di abrasione
tirreniane ben sviluppate ad una altitudine di
circa 130 m. nei pressi di Taormina e sul
versante calabrese dello stretto di Messina.
La struttura tettonica più importante che
interseca il sistema Ibleo-Maltese è costituito
dal sistema di faglie di Messina, orientato
NNE-NNW. Il terremoto di Messina del
1908 è stato attribuito ad una “faglia cieca”
nell’area di Messina.
Lungo le principali strutture tettoniche, sono
presenti attività idrotermali e di
degassamento note da tempi storici, che dal
punto di vista geochimico mostrano
caratteristiche molto diverse in funzione
della loro ubicazione.
File(s)
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Name
abstr_messina2008_peloritani.pdf
Size
154.47 KB
Format
Adobe PDF
Checksum (MD5)
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