Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/5028
Authors: Italiano, Francesco* 
Bonfanti, Pietro* 
Ciaccio, Calogero* 
Gesù, Michela* 
Romano, Carlo* 
Schiavone, Sergio* 
Piazza, Giusi* 
Title: DEGASSAMENTO DI RADON E MODIFICHE DEL DNA DELLA POPOLAZIONE SICILIANA: POSSIBILI RELAZIONI CON IL TERREMOTO DEL 1908
Editors: Di Bucci, Daniela 
Neri, Giancarlo 
Valensise, Gianluca 
Issue Date: 10-Dec-2008
Keywords: Radon
DN
Subject Classification05. General::05.02. Data dissemination::05.02.01. Geochemical data 
Abstract: I risultati delle indagini condotte su base geochimica e genetica nell’area delle Stretto di Messina si incrociano proponendo uno scenario assolutamente nuovo su ciò che un terremoto può indurre anche come effetti sulla salute umana, con modifiche di tipo genetico. Le ricerche svolte nell’ambito del progetto INGV-Dipartimento Protezione Civile su “Valutazione del potenziale sismogenetico e probabilità dei forti terremoti in Italia”, hanno mostrato che nell’area dello Stretto di Messina persistono anomalie di degassamento dai suoli di CO2, metano e radon, diversi ordini di grandezza al di sopra dei valori normali, per esempio con concentrazioni dinamiche di Rn fino oltre 80.000 Bq/m3 La valutazione di un degassamento naturale di tale intensità in situazione di quiete sismica, ha assunto significato anche nella valutazione degli effetti del Rn sulla salute umana, che, sebbene conosciuti da tempo come seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo, si mostrano sorprendentemente come i possibili protagonisti delle mutazioni genetiche riscontrate nella popolazione vivente intorno allo Stretto Radon e DNA La presenza di antigeni indicano di modifiche del DNA, ed uno in particolare denominato DR11 è presente con la frequenza più alta intorno a Messina e a Reggio (54% della popolazione) per poi diminuire verso Caltanissetta e Vibo Valentia (44%) con un minimo a Trapani (38%; figura 1). Una tale modifica del DNA è in contrasto con la Legge di Hardy –Weimberg, secondo la quale in una popolazione in cui gli accoppiamenti avvengono a caso, e in assenza di pressioni evolutive e di forti migrazioni dovrebbe essere mantenuta una generale omogeneità. Questo tipo di distribuzione, molto eterogenea, ma non irregolare e disordinata, non può essere attribuita a fluttuazioni casuali o a deriva genetica, e neanche alle invasioni che nel passato queste regioni hanno subito da parte di popoli stranieri.L’ordinata e graduale riduzione di frequenza del DR11, funzione dalla distanza dallo stretto, unitamente alle valutazioni basate sulla riduzione nel tempo della frequenza del DR11, portano a concentrare l’attenzione su un evento con epicentro nello stretto accaduto circa un secolo fa, identificabile come il terremoto del 1908. Tenuto conto che non ci sono effetti diretti di un sisma in grado di interagire con la saluteumana (se non ferite, paura) si ipotizza che non sia direttamente il terremoto come tale la causa scatenante della mutazione genetica osservata ma qualcosa che ad un forte evento sismico possa essere legata. Fluidi e terremoti I risultati ottenuti in varie aree sismiche italiane (p.e. Umbria, Friuli, Appennino Tosco Emiliano) hanno mostrato che i fluidi cambiamo composizione e intensità del rilascio durante l’evolversi della sismogenesi. Le modifiche si registrano prima, durante e dopo gli eventi sismici mostrando che oltre alla fratturazione anche le deformazioni della crosta provocano modificazioni nei fluidi circolanti. Una aumentata emissione di radon durante il processo che ha portato al terremoto del 1908 è assolutamente ipotizzabile in accordo con quanto osservato durante la crisi sismica dell’Umbria (1997-98) e con le misure effettuate nell’area dello Stretto (Figura 2). Una contaminazione da gas radon dovuta alla sismogenesi, che si è protratta per tempi probabilmente lunghi, prima durante e dopo il catastrofico evento, può essere la causa delle mutazioni genetiche osservate, avendo indotto gli organismi a reagire per tutelarsi rispetto ad una pressione esterna pericolosa.Un simile scenario, che vede i processi sismogenetici strettamente legati ai fluidi anche con attivi processi di degassamento, richiede ulteriori indagini che oltre a contribuire alla riduzione del rischio sismico permettono la conoscenza di quegli aspetti legati alle interazioni uomo-ambiente su medio-lungo termine anche come possibili responsabili di cambiamenti profondi come quelli identificati del DNA dei siciliani.
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