Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2122/2135
Authors: Giammanco, S.* 
Caltabiano, T.* 
Burton, M.* 
Condarelli, D.* 
Title: Rapporto sulle misure di Mercurio effettuate sull’Etna nel periodo Novembre 2005 – Marzo 2006 e loro raffronto con altri parametri geochimici
Issue Date: 2006
Series/Report no.: Prot. int. UFVG2006/046
Keywords: NONE
Subject Classification04. Solid Earth::04.08. Volcanology::04.08.01. Gases 
04. Solid Earth::04.08. Volcanology::04.08.07. Instruments and techniques 
Abstract: traccia nella troposfera, tende ad accumularsi nei processi biologici che seguono la sua deposizione. Il suo lungo tempo di residenza in atmosfera (circa 1 anno) combinato con la sua elevata tossicità, rendono tale elemento di primaria importanza per l’impatto ambientale, soprattutto nelle aree di maggiore emissione. Le emissioni di mercurio da aree vulcaniche attive sono considerate una delle principali sorgenti di mercurio verso l’atmosfera terrestre, insieme con le emissioni antropogeniche legate all’attività mineraria per l’estrazione del cinabro. L’entità del contributo vulcanico a scala regionale e globale rimane tuttavia altamente incerto. Le emissioni vulcaniche possono essere ricche in mercurio elementare gassoso (Hg0), mercurio gassoso reattivo (HgII) presente soprattutto come solfuro ed altre forme di mercurio che devono essere ancora determinate (Symonds et al., 1992; Nicholson, 1993; Barnes & Seward, 1997). L’Etna rappresenta una delle maggiori sorgenti potenzialmente in grado di fornire grandi quantità di Hg in atmosfera, grazie alle sue notevoli emissioni gassose dal plume craterico e dai fianchi (e.g., Ferrara et al., 2000). A partire dalla metà di Novembre 2005 si è reso disponibile un analizzatore portatile della concentrazione di mercurio in fase gassosa Lumex RA-915+ (Figura 1), in visione temporanea grazie all’accordo tra il distributore per l’Italia (Loccioni srl, Ancona) e la sezione di Catania dell’INGV ottenuto su interessamento personale di M. Burton. L’analizzatore si basa sul principio della spettrometria differenziale Zeeman di assorbimento atomico, ed utilizza la modulazione ad alta frequenza della polarizzazione della luce. Lo strumento è in grado di misurare concentrazioni di Hg in aria o in fase gassosa da 0 a 20.000 ng m-3 nella modalità a cella multi-percorso (limite di rilevabilità = 2 ng m-3), oppure da 500 a 200.000 ng m-3 nella modalità a cella singolo-percorso (limite di rilevabilità = 500 ng m-3). La misura viene effettuata mediante aspirazione del campione di aria o di gas all’interno dello strumento attraverso un tubo che, nel caso di gas del suolo o gorgogliante in acqua, viene opportunamente collegato, rispettivamente, ad una sonda inserita nel suolo o ad un imbuto posto sul punto di campionamento. Nel corso degli ultimi due mesi lo strumento è stato utilizzato sull’Etna per misure di Hg nell’aria in varie zone del vulcano, in gas del suolo emessi in due siti ubicati presso Santa Venerina e presso Paternò, in gas fumarolici presso la Torre del Filosofo e in gas gorgoglianti emessi dalle polle d’acqua delle Salinelle dello Stadio di Paternò. Purtroppo, le spesso avverse condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato questo periodo, hanno impedito un più esteso utilizzo dell’analizzatore, così come era stato inizialmente preventivato
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