Options
De Martin, M.
Loading...
Preferred name
De Martin, M.
Staff
former
4 results
Now showing 1 - 4 of 4
- PublicationOpen AccessIl progetto IPODATA: stazioni sismiche in siti ipogei.(Centro Ibleo di Ricerche Speleo-Idrogeologiche, Ragusa Collana "Speleologia Iblea" ISSN: 1123-9875, 2012-09-07)
; ; ; ;Casale, P.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;De Martin, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Germani, C.; Societa' Speleologica Italiana; ; ;; ;Ruggeri, Rosario; Societa' Speleologica Italiana - Centro Ibleo di rierche Speleo-IdrogeologicheSeven years after the signing of an agreement, called IPODATA, between the Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) and the Società Speleologica Italiana (SSI), we report some results related to data recorded in artificial cavities and caves. IPODATA was born with the aim of selecting cavities which match specific criteria to host Very Broad Band seismometers. These instruments have high sensitivity over the entire frequency range of interest in seismology and so are able to record both fast and very slow movement of the soil but require certain site conditions such as thermal ad pressure stability. In the first phase of the activity the speleologists collected the available information about artificial and natural underground cavities. Those sites were then submitted to a screening done by seismologists at desk, on the basis of certain requirements which are explained in detail. Subsequently, through in site inspections, the INGV staff has selected the appropriate sites, both from the point of view of seismology and from that of logistic of installation. In these sites have been carried out tests with portable seismic instrumentation, before the final installation of the stations. We present the results for the sites where temporary or permantent stations of the National Seismic Network were installed. Cavities data are compared to data recorded at other standard stations in the field. In general, underground sites provide better data as they attenuate the natural and anthropogenic disturbances (called "seismic noise"), allowing a more reliable record of ground motion, in practice they permit to record the real seismic waves during earthquakes. This fact is certainly of interest and may be an incentive to resolve the little but inevitable problems that we encounter in cavities installations, particularly in the transmission of real-time data from the underground stations to the data center at INGV. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - RIASSUNTO A sette anni dalla stipula della convenzione IPODATA tra Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Società Speleologica Italiana (SSI), riportiamo alcuni risultati relativi ai dati registrati in ipogei. Scopo di IPODATA è individuare cavità ipogee idonee ad ospitare sismometri a “Larga Banda” cioè ad alta sensibilità su tutta la gamma di frequenze di interesse sismologico. Tali strumenti sono infatti capaci di registrare sia movimenti veloci sia lentissimi del suolo ma richiedono particolari caratteristiche del sito, ad esempio la stabilità termica. L’attività è consistita in un prima fase di ricognizione, da parte degli speleologi, di siti ipogei artificiali o naturali. È seguita una prima scrematura fatta a tavolino, sulla base di alcuni requisiti indicati dai sismologi ed illustrati nel dettaglio. Successivamente, tramite sopralluoghi, il personale INGV ha selezionato i siti adatti, sia dal punto di vista sismologico sia da quello della logistica d’installazione. In tali siti sono stati effettuati test con strumentazione sismica portatile, prima della installazione definitiva delle stazioni. Vengono presentati i risultati relativi ai siti selezionati dove sono state installate, in modo temporaneo o permanente, stazioni della Rete Sismica Nazionale. I dati ipogei sono confrontati con dati registrati in altre stazioni in superficie. In generale i siti ipogei forniscono dati migliori in quanto attenuano i disturbi di origine naturale ed antropica (detti “rumore sismico”) consentendo una registrazione più fedele del movimento del suolo o meglio delle onde sismiche generate durante i terremoti. Questa peculiarità è sicuramente di stimolo per risolvere i piccoli ma inevitabili problemi che si incontrano nelle installazioni ipogee ed in particolare nella trasmissione dei dati in tempo reale da queste stazioni al centro di acquisizione dati presso la Sala di Monitoraggio sismico dell’INGV251 302 - PublicationRestrictedMainshocks and aftershocks of the 2002 molise seismic sequence, southern Italy(2005-07-05)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Chiarabba, C.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;De Gori, P.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Chiaraluce, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Bordoni, P.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Cattaneo, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;De Martin, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Frepoli, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Michelini, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Monachesi, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Moretti, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Augliera, P.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;D'Alema, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Frapiccini, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Gassi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Marzorati, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Di Bartolomeo, P.; INOGS ;Gentile, S.; INOGS ;Lovisa, L.; INOGS ;Govoni, A.; INOGS ;Romanelli, M.; INOGS ;Ferretti, G.; Dip.Teris ;Pasta, M.; Dip.Teris ;Splallarossa, D.; Dip.Teris ;Zunino, E.; Dip.Teris; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; In October and November 2002, the Molise region (southern Italy) was struck by two moderate magnitude earth- quakeswithin 24 hours followed by an onemonth long aftershocks sequence. Soon after the ?rstmainshock (October 31st, 10.32 UTC, Mw 5.7), we deployed a temporary network of 35 three-component seismic stations. At the time of occurrence of the second main event (November 1st, 15.08 UTC, Mw 5.7) the eight local stations already installed allowed us to well constrain the hypocentral parameters. We present the location of the two mainshocks and 1929 aftershocks with 2 < ML < 4.2. Earthquake distribution reveals a E-trending 15 km long fault system composed by two main segments ruptured by the two mainshocks. Aftershocks de?ne two sub-vertical dextral strike-slip fault segments in agreementwith themainshock fault plane solutions. P- and T -axes retrieved from170 aftershocks focal mechanisms show a coherent kinematics: with a sub-horizontal NW and NE-trending P and T -axes, respectively. Fora small percentage of focal mechanisms (~10%) a rotation of T axes is observed, resulting in thrust solutions. The Apenninic active normal fault belt is located about 80 km westward of the 2002 epicentral area and signi?cant seismicity occurs only 20-50 km to the east, in the Gargano promontory. Seismic hazard was thought to be small for this region because neither historical earthquake are reported in the Italian seismic catalogue or active faults were previously identi?ed. In this context, the 2002 seismic sequence highlights the existence of trans-pressional active tectonics in between the extensional Apenninic belt and the Apulian foreland.343 36 - PublicationOpen AccessA microseismic study in a low seismicity area of Italy: the Città di Castello 2000-2001 experiment(2003)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Piccinini, D.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Cattaneo, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Chiarabba, C.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Chiaraluce, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;De Martin, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Di Bona, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Moretti, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Selvaggi, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Augliera, P.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Milano-Pavia, Milano, Italia ;Spallarossa, D.; Dipartimento per lo Studio del Territorio e le sue Risorse (Dip.Te.Ris.), Università di Genova, Italy ;Ferretti, G.; Dipartimento per lo Studio del Territorio e le sue Risorse (Dip.Te.Ris.), Università di Genova, Italy ;Michelini, A.; Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale Centro di Ricerche Sismologiche (INOGS-CRS), Udine, Italy ;Govoni, A.; Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale Centro di Ricerche Sismologiche (INOGS-CRS), Udine, Italy ;Di Bartolomeo, P.; Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale Centro di Ricerche Sismologiche (INOGS-CRS), Udine, Italy ;Romanelli, M.; Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale Centro di Ricerche Sismologiche (INOGS-CRS), Udine, Italy ;Fabbri, J.; Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale Centro di Ricerche Sismologiche (INOGS-CRS), Udine, Italy; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; Recent seismological studies contribute to better understand the first order characteristics of earthquake occurrence in Italy, identifying the potential sites for moderate to large size earthquakes. Ad hoc passive seismic experiments performed in these areas provide information to focus on the location and geometry of the active faults more closely. This information is relevant for assessing seismic hazard and for accurately constraining possible ground shaking scenarios. The area around the Città di Castello Basin, in the Northern Apennines (Central Italy), is characterized by the absence of instrumental seismicity (M > 2.5), it is adjacent to faults ruptured by recent and historical earthquakes. To better understand the tectonics of the area, we installed a dense network of seismic stations equipped with broadband and short period seismometers collecting data continuously for 8 months (October 2000-May 2001). The processing of ~ 900 Gbyte of data revealed a consistent background seismicity consisting of very low magnitude earthquakes (ML < 3.2). Preliminary locations of about 2200 local earthquakes show that the area can be divided into two regions with different seismic behaviour: an area to the NW, in between Sansepolcro and Città di Castello, where seismicity is not present. An area toward the SE, in between Città di Castello, Umbertide and Gubbio, where we detected a high microseismicity activity. These findings suggest a probable different mechanical behaviour of the two regions. In the latter area, the seismicity is confined between 0 and 8 km of depth revealing a rather well defined east-dipping, low angle fault 35 km wide that cuts through the entire upper crust down to 12-15 km depth. Beside an apparent structural complexity, fault plane solutions of background seismicity reveal a homogeneous pattern of deformation with a clear NE-SW extension.584 744 - PublicationOpen AccessLe reti sismica e geodetica di pronto intervento dell’INGV: un primo impiego a seguito del terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009(2009-10)
; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ;Abruzzese, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Avallone, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Cecere, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Cattaneo, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Cardinale, V.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Castagnozzi, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Cogliano, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Criscuoli, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;D'Agostino, N.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;D'Ambrosio, C.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;De Luca, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;D'Anastasio, E.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Delladio, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;De Martin, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Falco, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Flammia, V.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Franceschi, D.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Govoni, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Migliari, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Minichiello, F.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Memmolo, A.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Monachesi, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Moretti, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Moschillo, R.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Pignone, M.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Pucillo, S.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma1, Roma, Italia ;Selvaggi, G.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia ;Zarrilli, L.; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma, Italia; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; ; Durante gli ultimi due anni l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha sviluppato un importante infrastruttura di pronto intervento (la Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento), al fine di incrementare il numero di stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’INGV (RSN) in zona epicentrale a seguito di eventi sismici rilevanti. Gli obiettivi principali della Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento sono il miglioramento delle localizzazioni epicentrali calcolate dalla Sala di Monitoraggio dell’INGV e l’abbassamento della soglia di detezione della micro-sismicità in area epicentrale durante una sequenza sismica. La Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento è composta da stazioni sismiche remote i cui dati sono telemetrati tramite ponte radio UHF (Ultra High Frequency) presso dei centri d’acquisizione intermedi (definiti “sottonodi”). I sottonodi sono a loro volta connessi tramite Wi-Fi ad un “centro stella” (nodo), ove è situato un sistema di trasmissione satellitare (Libra VSAT Nanometrics), tramite il quale vengono inviati i dati in tempo reale al centro acquisizione della Sala di Monitoraggio dell’INGV di Roma. L’acquisizione dati è ridondata inoltre presso la sala Disaster Recovery dell’Osservatorio di Grottaminarda. Il sistema d’acquisizione di dati sismici è costituito da un datalogger a tre canali, equipaggiato con un convertitore AD ad alta risoluzione (a 24 bit), dotato di un clock di precisione basato su timing GPS. I sensori sismici utilizzati presso le stazioni remote sono accelerometri Episensor FBA ES-T (Kinemetrics) con fondo scala a 2G e velocimetri a corto periodo (Lennartz Le Lite 3D). Il sistema di trasmissione dati, come accennato, si avvale di diversi apparati installati presso le stazioni remote, i sottonodi, ed il centro stella. Presso le stazioni remote è installato un radio modem operante in banda UHF (da 380 a 470 MHz), per il trasferimento trasparente di dati asincroni in modalità half-duplex. L’apparato modula in etere a 9.600 bps, realizzando collegamenti da 2 a 50 chilometri, in funzione dell’orografia locale e del sistema d’antenna utilizzato. Presso i sottonodi viene utilizzato un apparato WiFi (Wireless Fidelity) operante con frequenza di 2.4 GHz per collegamenti IP fino a 54 Mbit/s. Presso i sottonodi i dati sismici ricevuti dalle stazioni remote vengono inviati, tramite ponte Wi-Fi, al centro stella. Presso il centro stella la trasmissione dati avviene tramite il ricetrasmettitore Cygnus Nanometrics. Esso permette l’invio dei dati ricevuti alla Sala di Monitoraggio tramite collegamento satellitare. Il protocollo di trasmissione satellitare dedicato sul link VSAT è di tipo IP, ma può avvenire anche su apparati esterni quali fibra ottica, linee telefoniche, ecc. Per conseguire una maggiore flessibilità d’impiego, tale sistema dispone di due differenti frequenze di trasmissione, disponibili su satellite Intelsat ed HellaSat. Tutto ciò permette di orientare la parabola in due diverse direzioni, in modo da poter ovviare l’eventuale presenza di ostacoli come alberi, montagne o edifici. L’intera struttura racchiude queste tre diverse tecnologie di trasmissione dati (UHF, Wi-Fi e satellitare) al fine di garantire maggiore flessibilità di utilizzo; questo permette di affrontare l’emergenza sismica in tutte le condizioni logistiche e/o meteorologiche mirando a rapidi tempi di intervento (raggiungimento della zona epicentrale e istallazione). L’installazione della Rete Mobile Real-Time di Pronto Intervento viene gestita e coordinata all’interno di un Sistema Informativo Geografico (GIS) che consente la scelta della disposizione geografica ottimale delle stazioni della rete di pronto intervento intorno all’area epicentrale. Il database geografico utilizzato durante l’emergenza sismica contiene informazioni territoriali di vario tipo in area epicentrale. L’INGV dispone infatti di database geografici contenenti dati territoriali di tutto il territorio nazionale le cui categorie, utili ai fini della gestione dell’emergenza sismica, sono: Ubicazione delle stazioni delle reti di monitoraggio; Cartografia topografica IGM (1:25000, 1:50000, 1:100000); Modello digitale del terreno IGM; Uso del suolo; Viabilità e grafo stradale; Catologhi di sismicità storica e strumentale; Mappe di pericolosità sismica e del territorio; Database delle Sorgenti sismogenetiche; Mappe di scuotimento; Mappe di osservazioni macrosismiche. I dati sopra elencati sono utilizzati per la realizzazione di analisi di superficie (surface spatial analysis, Viewshed, Observer Point) che consentono la produzione di scenari utili per l’individuazione delle aree più favorevoli alla collocazione degli apparati della rete Real Time. Il terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009 è stato il primo caso di utilizzo dell’intera infrastruttura di pronto intervento. A meno di 6 ore dalla scossa principale (Mw 6.3 delle ore 01:32 GMT) il primo accelerometro inviava già dati alla Sala di Monitoraggio dell’INGV di Roma. A 3 giorni dall’evento la struttura di pronto intervento installata era costituita da 9 stazioni sismiche real-time. Oltre alla Rete Real Time di Pronto Intervento l’INGV ha installato 5 nuove stazioni GPS permanenti nel territorio abruzzese a seguito dell’evento del 6 aprile (Fig. 3). Le stazioni GPS permanenti presenti nel settore aquilano precedentemente al terremoto erano infatti caratterizzate da un’interdistanza troppo elevata, tale da non consentire una risoluzione spaziale adeguata del campo di spostamento co- e postsismico. A poche ore di distanza dall’evento sismico del 6 aprile si è quindi attivata una squadra di pronto intervento dell’INGV coadiuvata anche da personale del DPC-Ufficio Sismico e dell’ISPRA. A partire dal 7 aprile 2009, e fino al 17 dello stesso mese, sono state installate 5 nuove stazioni GPS permanenti (3 stazioni appartenenti alla Rete Integrata Nazionale GPS dell’INGV, 1 stazione del DPC-Ufficio Sismico ed una stazione dell’ISPRA) nei settori limitrofi all’epicentro della scossa principale della sequenza dell’aquilano. In tutte e 5 i casi la stazione GPS è stata monumentata, installata e avviata nell’arco di 5-6 ore. Su tutte le stazioni GPS è stata impostata sia un’acquisizione del dato GPS a 30 secondi sia un ringbuffer con campionamento a 10 Hz, in modo da permettere la registrazione dell’intera deformazione cosismica (sia statica che dinamica) in caso di ulteriore evento sismico. Nelle settimane successive è stata poi ottimizzata la trasmissione dei dati GPS, utilizzando un sistema di trasmissione dati via GPRS/UMTS implementato dal ST-Osservatorio di Grottaminarda.540 124